Lunedì 7 maggio convegno a Palazzo Torriani

Cluster biomedicale in Friuli Venezia Giulia

A confronto studiosi, politici e tecnici sulla situazione
e lo sviluppo futuro di un settore produttivo emergente

        Migliorare la qualità della vita delle persone, attrarre e valorizzare le intelligenze di scienziati e tecnici, radicare iniziative imprenditoriali ad alto potenziale: sono questi le stimolanti sfide del settore biomedicale.
 
        I risultati della ricerca che analizza a livello macroregionale (Friuli Venezia Giulia, Austria e Slovenia) la struttura e l’attrattività di questo comparto knowledge-based, che si sta configurando come una delle specializzazioni produttive emergenti della Regione, saranno presentati lunedì 7 maggio dalle 16.45 a palazzo Torriani, in largo Carlo Melzi 2 a Udine, nel corso del convegno “Il cluster biomedicale in Friuli Venezia Giulia - situazione attuale e sviluppi futuri”, organizzato dal CBM - Centro di Biomedicina Molecolare- e dall’Università di Udine, in collaborazione con l’Assindustria friulana. La ricerca è illustrata nel volume di Cristiana Compagno, Giancarlo Lauto e Maria Teresa Turello “Il cluster biomedicale tra scienza e impresa in Friuli Venezia Giulia”.
 
        L’incontro, aperto da Giovanni Fantoni, presidente di Assindustria Udine, e coordinato da Furio Honsell, rettore dell’Ateneo friulano, sarà l’occasione per una riflessione a 360 gradi sulle prospettive di sviluppo del settore delle scienze della vita in Friuli Venezia Giulia.
 
        Il quadro sulle caratteristiche strutturali del cluster verrà delineato da Cristiana Compagno, ordinario di Strategie d’impresa all’Università di Udine e coordinatore scientifico dell’Osservatorio Economico di CBM. «Negli ultimi anni – anticipa Compagno -, le imprese operanti nei settori delle scienze della vita hanno saputo guidare e applicare gli avanzamenti scientifici in aree disciplinari eterogenee come le nanotecnologie, le biotecnologie, le scienze dei materiali e l’informatica, per realizzare tecnologie, prodotti e servizi in grado di creare valore economico e di migliorare le condizioni di diagnosi e cura». Il biomedicale rappresenta, dunque, «un settore paradigmatico – continua Compagno - dei processi di trasferimento tecnologico, in cui la competitività delle imprese e dei territori nell’arena globale chiama in causa la convergenza dei contributi del mondo della ricerca, di quello imprenditoriale e delle istituzioni».
 
        «Il trasferimento tecnologico - aggiunge Honsell - rappresenta la chiave di volta per concretare in prodotti e servizi le potenzialità di un sistema della ricerca che a livello regionale conta su due Università e una Scuola superore di studi avanzati, Centri di ricerca di caratura internazionale e più di 1.600 ricercatori impegnati nelle aree della biotecnologia, farmaceutica e medicina».
 
        Il convegno fornirà una visione d’insieme sul settore portando a sintesi le diverse prospettive del mondo della ricerca, dei nuovi scienziati-imprenditori e dei policy-maker. A questo proposito vanno sottolineati gli interventi di Ezio Beltrame, assessore regionale alla Salute e protezione sociale, che introdurrà i lavori, e di Giancarlo Michellone, presidente di AREA Science Park Trieste, che coniugherà la dimensione scientifica e imprenditoriale del settore biomedicale. Maria Cristina Pedicchio, presidente di CBM, si soffermerà sul ruolo del Distretto tecnologico di biomedicina molecolare del Friuli Venezia Giulia.
 
        Seguiranno le testimonianze di Guido Rasi, consigliere dell’Agenzia Nazionale del Farmaco (AIFA), e di Francesco Curcio, presidente di T.O.R. - Tissue and Organ Replacements, spin-off dell'Università di Udine. Le conclusioni del convegno spetteranno all’assessore regionale al Lavoro, formazione, università e ricerca, Roberto Cosolini, che farà anche il punto sul “Ruolo della politica industriale regionale per lo sviluppo delle scienze della vita”.

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