Collocato nel polo di Santa Chiara dell’Ateneo
Sicurezza in Ateneo: dotato di defibrillatore il polo goriziano dell'Università di Udine
Acquistato grazie alla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia e concesso in comodato d’uso gratuito dall’Azienda Sanitaria Isontina
Importante passo in avanti in fatto di sicurezza al Centro Polifunzionale di Gorizia, sede isontina dell’Università di Udine. Al polo goriziano di Santa Chiara dell’Ateneo è stato consegnato in comodato d’uso uno dei 30 defibrillatori semiautimatici donati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia (Carigo) all’Azienda sanitaria 2 “Isontina”. L’iniziativa rientra nell’ambito del “Progetto defibrillatori” per il quale l’Ass2, tramite i propri operatori, provvede, attraverso lo specifico corso Blsd – basic life support defibrillation, a formare gli utilizzatori dei defibrillatori e garantisce le verifiche di sicurezza e il supporto tecnico sulle apparecchiature.
La consegna dello strumento si è svolta alla presenza di Nicoletta Vasta, delegata del rettore per il Cento polifunzionale di Gorizia (Cego), di Franco Loru del Consiglio di indirizzo della Fondazione Carigo, di Gianni Cortiula e Debora Furlani, rispettivamente direttore generale e direttrice della struttura operativa complessa Gestione patrimonio mobiliare e immobiliare dell’Ass2. Contestualmente sono stati consegnati i diplomi al personale dell’Ateneo di Udine con sede a Gorizia che ha partecipato al corso di formazione Blsd di preparazione all’utilizzo, in caso di necessità, di tale strumentazione.
La presenza di defibrillatori semiautomatici in luoghi coinvolti da flussi importanti di persone è sempre più di fondamentale importanza, considerata l’incidenza media dei casi di arresto cardiaco. La direttrice del Cego, Nicoletta Vasta, ha espresso «un particolare ringraziamento alla Fondazione Carigo per la lungimirante donazione che ha permesso all’Asl isontina l’acquisto di defibrillatori da destinare a istituzioni pubbliche, fra cui il nostro Ateneo». Il pronto utilizzo dei defibrillatori, laddove presenti, può ridurre, infatti, di molto i decessi per arresto cardiocircolatorio. «I dati – ha spiegato Debora Furlani – indicano che si può calcolare un arresto cardiaco improvviso per mille abitanti per anno: sulla popolazione italiana di 58 milioni di abitanti, ciò significa un'incidenza di 50-60 mila casi ogni anno».
Da parte sua, Gianni Cortiula ha posto l’accento «sull’importanza della diffusione dei defibrillatori e della formazione qualificata dei soccorritori, che rappresentano oggi l’unica strada percorribile per ottenere risultati di miglioramento concreti, in quanto un intervento tempestivo ed efficace nei primi dieci minuti dall’evento avverso possono aumentare le probabilità di ripresa e limitare i danni e pertanto migliorale la qualità di vita a seguito di arresto cardiocircolatorio». Franco Loru, ha sottolineato «l’impegno della Fondazione nel sostegno di iniziative che incrementino il livello di salute della popolazione».