Lunedì 27 inaugurazione con le autorità internazionali coinvolte
Siria, ritorna a vivere il palazzo monumentale degli antichi re di Qatna
Grazie alle università di Udine e Tübingen, conclusa la prima fase del progetto di restauro per l’apertura del parco archeologico
Il palazzo monumentale dei re siriani di Qatna, capitale che nel II millennio a.C. reggeva le sorti di un vasto regno e regolava il traffico delle vie carovaniere fra Oriente e Occidente, costruito attorno al 1650 a.C. e distrutto da un violentissimo incendio per mano degli eserciti ittiti che nel 1340 a.C. espugnarono la città, ritorna a vivere grazie al lavoro degli archeologi, restauratori e architetti delle università di Udine e Tübingen. Lunedì 27 settembre in Siria, a Mishrifeh, l’antica Qatna, si terrà l’inaugurazione della prima fase dell’importante progetto di restauro, durato cinque anni e frutto della collaborazione internazionale italo-siro-tedesca, che permetterà l’apertura dell’antico palazzo alla fruizione da parte del turismo internazionale. Saranno presenti il ministro della Cultura della Repubblica Araba di Siria, Riad Naasan Agha, il direttore generale delle Antichità e dei Musei di Siria, Bassam Jamous, gli ambasciatori d’Italia e Germania, Achille Amerio e Andrea Reinicke, i rettori delle università di Udine, Cristiana Compagno, e Tübingen, Stephanie Gropper.
«Si tratta – commenta Daniele Morandi Bonacossi dell’università di Udine, co-direttore della missione archeologica in Siria con Michel Al-Maqdissi della Direzione generale delle antichità e dei musei di Siria – di un traguardo eccezionale sulla scena archeologica internazionale, raggiunto dopo 12 anni di lavoro». Un risultato «che si unisce – ricorda Morandi Bonacossi – al grande successo della mostra archeologica internazionale “Tesori dell’antica Siria. La scoperta del Regno di Qatna”, allestita a Stoccarda tra il 2009 e il 2010 e che ha portato per la prima volta in esposizione in Europa i reperti più preziosi dell’antica Qatna».
Il restauro del palazzo, che si concluderà nel 2013, rappresenta la prima pietra del futuro parco archeologico di Qatna nella Siria centrale, 18 chilometri a nord est della città di Homs. Il progetto di scavo, restauro e valorizzazione del palazzo reale di Qatna, infatti, è condotto in una prospettiva integrata, mirata non soltanto a portare alla luce, ma anche a conservare e consentire la fruizione di questo straordinario edificio in chiave turistica, garantendo così una corretta valorizzazione del patrimonio archeologico di Mishrifeh sul piano storico-culturale, sociale ed economico.
«La nostra generazione – sottolinea Morandi Bonacossi – ha la responsabilità morale di conservare il patrimonio archeologico per le future generazioni. Soprattutto in Paesi ricchi di un grande patrimonio culturale e in piena crescita economica, come la Siria, è straordinariamente importante stabilire un solido collegamento fra patrimonio culturale, risorse archeologiche e gestione sostenibile del turismo al fine di garantire la crescita del Paese».
Al progetto di restauro e valorizzazione del complesso monumentale del palazzo reale e del sito archeologico, «si affiancherà – annuncia Morandi Bonacossi – un progetto complementare di information technology basato sulla ricostruzione virtuale tridimensionale e animata del palazzo reale, mediante tecnologie altamente innovative». L’obiettivo è quello di consentire, attraverso postazioni dotate di computer appositamente predisposte in un locale all’esterno del sito, punto di accoglienza dei turisti, una visita virtuale esterna e interna della fabbrica palatina e dei reperti in essa rinvenuti.
La missione archeologica dell’università di Udine in Siria e il restauro del palazzo reale sono condotti grazie al sostegno dell’ateneo friulano, del ministero degli Affari Esteri, della Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone, dello Studio Giorgiutti e Associati (Udine), della ditta di spedizioni internazionali I. Barbon (Venezia) e della catena di ristoranti “Le mille e una notte” (Udine).