Ha preso il via a Biacis, nei pressi di Pulfero (Udine), la terza campagna di indagine archeologica nell’area del castello medievale di Ahrensperg organizzata dal dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali dell’Università di Udine. Le prime fasi delle ricerche, quest’anno condotte nel lato nord del complesso, hanno già permesso di portare alla luce parte delle strutture del maniero e oggetti d’uso domestico attribuibili a un periodo compreso fra il 1300 e il 1500. In particolare, è stato trovato un grande ambiente di circa dieci metri per lato, corrispondente al piano seminterrato di un edificio di più piani. Sono state inoltre raggiunte le fondamenta della torre ed è stato scoperto un concio di pietra con incisa la data 1411, forse l’anno della riedificazione del castello. Tra gli oggetti recuperati finora si segnalano pentole, piatti e ciotole da tavola, frammenti di bottiglie e bicchieri, chiavi e parti in metallo di porte.
La campagna di scavi, diretta da Simonetta Minguzzi, professoressa di Archeologia medioevale, proseguirà fino a settembre. Vi partecipano una decina/ventina di studenti, laureati, specializzandi e dottorandi dell’ateneo udinese. «Obiettivo principale – spiega Minguzzi – è rintracciare tutte le strutture del castello e comprenderne l’apparato difensivo in relazione con il territorio». L’area settentrionale del fortilizio era occupata dai resti dell’imponente crollo delle strutture del castello, in parte smantellate e asportate dall’Italcementi negli anni ’30. «Le prime scoperte di quest’anno – spiega Minguzzi – sono avvenute proprio grazie alla rimozione da parte della squadra dell’ateneo friulano di gran parte di questi crolli costituiti da resti di muri, pavimenti, lastre di copertura del tetto e coppi».
Fra le vicende storiche vissute dal castello di Ahrensperg vi sono l’assedio del Conte di Gorizia nel 1306 e la distruzione ordinata dal Patriarca di Aquileia nel 1364. I resti del complesso si trovano in prossimità della chiesa dedicata ai santi Giacomo e Anna, su un pianoro che sul lato settentrionale si affaccia sul dirupo sopra il torrente Biacis, affluente del Natisone. Del castello si conserva ancora, nella parte nord-ovest dell’area, una torre per un’altezza residua di una decina di metri. Dopo questa campagna di scavo le indagini proseguiranno il prossimo anno con ricognizioni invernali e scavi archeologici nel periodo estivo.