Lunedì 14 il Senato Accademico incontra i Parlamentari del FVG
Ateneo di Udine: mozione unanime contro il decreto Tremonti
Dal 2001 al 2008 il sottofinanziamento cumulato è di 95 milioni
Al 2013, riduzione progressiva dei trasferimenti statali
fino a 15 milioni di euro e assunzioni bloccate a 13 unità
Il Senato accademico dell'Università di Udine ha votato all'unanimità nella seduta di ieri, mercoledì 9 luglio, una mozione di “ferma protesta” contro il decreto legge 112/2008, sulle misure relative all’Università nell'ambito della manovra finanziaria pubblica. “Un provvedimento che nell’attuale formulazione – afferma il documento - è dannoso per lo sviluppo sostenibile dell’intero sistema-Paese”. Attraverso la mozione, il Senato accademico ha inoltre deciso di incontrare i parlamentari del Friuli Venezia Giulia in occasione della riunione già programmata lunedì 14 luglio con il rettore Cristiana Compagno. L'intento, “come primo atto di responsabilità istituzionale”, è quello di “rendere consapevoli i rappresentanti delle massime istituzioni che in queste condizioni l’Università del Friuli, a 30 anni dalla sua nascita per volontà della gente friulana, non potrà più svolgere il proprio ruolo istituzionale di alta formazione e ricerca, venendo meno anche alla nobile funzione prevista nel proprio Statuto istitutivo di servizio e sviluppo del territorio”.
Il decreto 112/08 “avrà effetti dirompenti – denuncia la mozione - sui bilanci delle Università già strutturalmente sotto finanziate e giovani come l’Università di Udine”. Quattro, in particolare, i provvedimenti più pericolosi denunciati dal Senato dell'Ateneo friulano. La drastica riduzione dei trasferimenti statali del Fondo di finanziamento ordinario alle Università “secondo una logica di tagli lineari che non tengono conto delle specificità dei singoli atenei”: le riduzioni del FFO previste dal 2009 al 2013, infatti, ammontano a complessivi 1,443 miliardi di euro, e per l’Università di Udine si prospetta una riduzione progressiva del FFO fino a 15 milioni di euro. Il blocco delle assunzioni fino al 2011 al 20% delle cessazioni dell'anno precedente, che dal 2012 passerà al 50%: questo imporrà all'università di Udine di poter reclutare nei prossimi 5 anni 13 unità di personale a fronte di 57 cessazioni. “La possibile e frettolosa privatizzazione del sistema universitario nazionale”, attraverso la trasformazione degli atenei in fondazioni universitarie di diritto privato. I provvedimenti, inoltre, “vanificano qualsiasi forma di programmazione delle Università e compromettono la compiuta realizzazione della riforma della didattica avviata secondo gli indirizzi dello stesso Ministero dell’Istruzione e dell’Università”.
Attraverso la mozione approvata ieri, il Senato Accademico dell'università di Udine “richiama con forza le finalità dell’università pubblica, la cui autonomia è rivolta a promuovere la formazione e il progresso scientifico nella società, assicurando didattica e ricerca qualificate e libere, continuamente rinnovate con il ricambio delle conoscenze soprattutto attraverso l’inserimento dei giovani ricercatori. Queste finalità istituzionali vengono largamente disattese dal Decreto che non riconosce l’importanza della ricerca per lo sviluppo economico e per la competitività del Paese”.