“Biotecnologie? Perché si!”, evento nazionale di orientamento alla formazione universitaria
Alla scoperta della professione di biotecnologo
Appuntamento online venerdì 29 maggio, dalle 15 alle 17
L’Università di Udine parteciperà venerdì 29 maggio, dalle 15 alle 17, a "Biotecnologie? Perchè sì!", il primo evento nazionale online di presentazione alle future matricole dei percorsi di laurea e del mondo del lavoro nel settore biotech. L’appuntamento, pensato come un grande evento di orientamento ai percorsi universitari in biotecnologie, è rivolto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado dell’intero territorio nazionale. L’evento telematico sarà l’occasione per illustrare e spiegare un settore ricco di potenzialità e in prima linea anche durante l’emergenza Covid-19, sviluppando kit diagnostici, studiando il virus e ricercando nuovi farmaci. L’iniziativa, su piattaforma Cisco Webex, nasce dalla collaborazione tra l'Associazione nazionale biotecnologi italiani (Anbi), l’Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie (Assobiotec, che fa parte di Federchimica) e la Conferenza nazionale permanente dei corsi di studio in biotecnologie.
Informazioni e iscrizioni all’iniziativa sono disponibili sul sito internet dell’Ateneo friulano, alla pagina dedicata all’orientamento per il corso di laurea triennale in Biotecnologie. Allo stesso indirizzo si possono trovare anche le indicazioni sulla presentazione via web del corso, in programma mercoledì 3 giugno dalle 14.30 alle 15.15. Per maggiori informazioni è possibile contattare l’Ufficio orientamento, via mail all’indirizzo o telefonicamente al numero 335 7794143.
L’Università di Udine parteciperà all’evento nazionale, che offrirà una panoramica sulla sua offerta formativa nell'ambito delle biotecnologie, sugli sbocchi professionali e sul mondo dell’impresa biotech in Italia. L’ateneo infatti contribuisce attivamente alla formazione dei biotecnologi, offrendo un percorso completo di formazione multidisciplinare, con un corso di laurea triennale in Biotecnologie e un corso di laurea magistrale in Biotecnologie molecolari.
«I due corsi – spiegano i coordinatori della laurea triennale, Giuseppe Stadaioli, e di quella magistrale, Bruno Stefanon – prevedono una forte partecipazione degli studenti ad attività laboratoriali e pratiche, nei laboratori didattici di biotecnologia e di bioinformatica e in altri laboratori specialistici dell’ateneo. Questo garantisce ai nostri studenti di maturare conoscenze ed abilità pratiche ed un atteggiamento critico e, allo stesso tempo, aperto ai continui progressi della ricerca scientifica».
In Italia, nell'ultimo quinquennio, si è osservato un forte aumento del numero di immatricolati. Per i corsi di laurea triennale, sono passati da circa 4000 unità nel 2013 a oltre 8000 nel 2018, mentre complessivamente si registravano 1800 studenti circa nel 2013 e oltre 2500 nel 2018 per i corsi di laurea magistrale (dati Anvur).
«La formazione dei biotecnologi sul territorio nazionale – dice Laura Cipolla, membro della giunta della Conferenza Nazionale permanente dei corsi di studio in biotecnologie e presidente del Consiglio di coordinamento didattico di Biotecnologie dell'Università di Milano-Bicocca – è strutturata grazie a circa cinquanta corsi di laurea triennale in Biotecnologie e poco più di ottanta corsi di laurea magistrale (biennale), questi ultimi suddivisi su 3 settori chiave: Biotecnologie agrarie, Biotecnologie industriali e Biotecnologie mediche, veterinarie e farmaceutiche».
«L'Italia ha un settore biotecnologico tra i primi in Europa – sottolinea Davide Ederle, presidente Anbi – e ha università che laureano professionisti di eccellenza che, anche in situazioni come quella attuale, sono in grado di aiutarci ad affrontare con intelligenza e competenza l’emergenza e a lavorare a soluzioni innovative che ci permettano di gestirla e risolverla. Questo non solo in ambito sanitario, ma anche industriale e agro-ambientale. Con questa iniziativa vogliamo raccontare ai ragazzi questa potenzialità e far venire loro la voglia di diventare protagonisti di questa rivoluzione che sta cambiando, nel mondo, il modo di fare le cose in tutti i settori».
Per quel che riguarda il panorama nazionale, il report pubblicato da Assobiotec aggiornato al 2019 indica che il fatturato biotech è aumentato del 5 per cento annuo negli ultimi quattro anni e che, rispetto al manifatturiero, l’incidenza degli investimenti in ricerca e sviluppa sul fatturato è fino a 20 volte più alto sottolineando ulteriormente la rilevanza delle biotecnologie anche nel nostro Paese.
«In questi drammatici mesi dell’emergenza Covid-19 le biotecnologie hanno mostrato il contributo determinante che sono in grado di offrire a livello globale non solo nel dare una risposta alla pandemia, dalla sequenziazione del genoma alla diagnostica, dai vaccini alla ricerca di terapie antivirali, ma anche per la ripartenza sostenibile del pianeta e, in particolare, per il rilancio dell’economia del Paese messa in ginocchio dal lockdown», commenta Riccardo Palmisano, presidente Assobiotec. «Il biotech è motore strategico – prosegue Palmisano – sia per le scienze della vita, che valgono oltre del 10 per cento del Pil nazionale, sia per la bioeconomia che, anch’essa supera nel suo complesso il 10 per cento del Pil nazionale. Secondo le stime dell'Ocse nel 2030 le biotecnologie avranno un peso enorme nell'economia mondiale: saranno biotech l’80 per cento dei prodotti farmaceutici, il 50 per cento dei prodotti agricoli, il 35 per cento dei prodotti chimici e industriali, incidendo complessivamente per il 2,7 per cento del Pil globale. Decisamente un settore su cui un Paese come l’Italia deve puntare, non perdendo altro tempo per non accumulare ulteriore ritardo rispetto ai Paesi concorrenti».
La situazione di emergenza dovuta alla pandemia da Coronavirus evidenzia ancora di più il ruolo centrale che avranno le biotecnologie nel nostro futuro. Il 7 maggio scorso è stata lanciata la strategia italiana per la bioeconomia post Covid: oltre 100 imprese italiane hanno sottoscritto il manifesto “Uscire dalla pandemia con un nuovo Green Deal per l’Italia” per rilanciare l’economia in chiave sostenibile. Le biotecnologie saranno protagoniste anche in questa sfida.