Grazie all’impianto pilota di estrazione con fluidi in fase supercritica (SFE)
Tecnologia verde applicata ai sottoprodotti dell'industria enologica: studio su costi e benefici
Obiettivo, il trasferimento tecnologico del processo di estrazione SFE per ridurre l’impatto ambientale e ottenere estratti purissimi ad uso alimentare, farmaceutico e cosmetico
Valutare costi e benefici dell’impiego del processo di estrazione SFE (Supercritical Fluid Extraction), tecnologia verde, per il recupero di composti bioattivi da scarti dell’industria vitivinicola, nella moderna ottica della ‘bioraffineria’, per contribuire al trasferimento tecnologico e alla diffusione nel tessuto imprenditoriale del più avanzato know-how di settore. E' l’obiettivo del progetto “BIOraffineria: VAlore aggiunto dei sottoprodotti Enologici (BIOVALE)”, recentemente finanziato per 100 mila euro da Ager e di cui è capofila l’Università di Udine, partner gli Atenei di Bologna e Tor Vergata di Roma.
Il progetto completa i risultati ottenuti dal precedente progetto Ager (2009-2015) “Valorizzazione dei sottoprodotti e dei residui di vinificazione tramite estrazione e produzione di molecole ad alto valore aggiunto”, il cui finanziamento ha in parte coperto l’acquisto da parte dell’Ateneo friulano di uno dei pochi impianti pilota di “estrazione con fluidi in fase supercritica” attivi in centri di ricerca a livello italiano. L’impianto, eco-compatibile e a basso impatto ambientale, «permette – spiega Carla Da Porto del Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali (Di4a), responsabile scientifica dei due progetti di ricerca - di estrarre sostanze naturali da scarti dell’industria agro-alimentare, ottenendo sostanze naturali ad elevato grado di purezza, che possono essere utilizzate nel settore alimentare della nutraceutica, con particolare riferimento agli integratori alimentari ed agli alimenti funzionali o /e nel settore cosmetico».
Grazie all’impianto pilota, nell’ambito del nuovo progetto l’Università di Udine effettuerà, in particolare, una “Valutazione economica del processo di estrazione SFE di componenti bioattivi da vinacce”. «L’obiettivo – chiarisce Da Porto – è consentire e validare il trasferimento tecnologico all’industria e quindi lo scale-up, valorizzando e diffondendo la tecnologia di estrazione con fluidi in fase supercritica (SFE), spesso scartata in base al preconcetto che nonostante i numerosi vantaggi, primo fra tutti l’eliminazione dei solventi organici, i costi di investimento sono elevati, e dimostrare quindi che i costi operativi sono inferiori a quelli degli impianti tradizionali e che dunque è possibile recuperare, soprattutto in relazione alla elevata qualità degli estratti molto richiesti dal mercato, l’investimento in tempi brevi».
Di questo progetto si occuperà la trasmissione Linea Verde di Rai 1 che domani, martedì 8 maggio, registrerà una puntata nel padiglione tecnologico del Dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali (Di4a) presso l’impianto pilota di estrazione con fluidi in fase supercritica.