A Roma dall’11 al 14 settembre

Nanotecnologie in agricoltura: l'Università di Udine a NanoInnovation 2018

Luca Marchiol del Di4a presenterà gli sviluppi della ricerca nell’ambito delle nanotecnologie applicate al settore primario

Anche quest’anno l’Università di Udine partecipa a NanoInnovation 2018, in programma da martedì 11 a venerdì 14 settembre a Roma, all’Università La Sapienza, evento che da dieci anni costituisce il punto di incontro fra i sistemi universitario, di ricerca, industriale e imprenditoriale sugli ultimi sviluppi riguardanti le nanotecnologie, con l’obiettivo di promuovere un’innovazione sostenibile da un punto di vista sociale, ambientale ed economico, attraverso la presentazione dello stato dell'arte e delle tendenze della ricerca applicata nelle nanotecnologie e delle innovazioni più importanti da esse generate.

 
In particolare, nell’ambito dell’iniziativa, l’Università di Udine, in collaborazione con gli atenei di Bologna, Parma e Verona, organizza, mercoledì 12, la seconda edizione del workshop “AgriNanoTechniques: Nanomaterials for products and application in agricolture”.
 
«Le nanotecnologie – spiega Luca Marchiol, del dipartimento di Scienze agroalimentari, ambientali e animali (Di4a) dell’ateneo di Udine e che nell’ambito del workshop presiederà la sessione “Research Pathways on AgriNanoTechniques” – costituiscono un punto focale della ricerca anche nel settore primario e sono una delle “Key Enabling Technologies” promosse dall’Unione Europea. Si prevede che grazie all’utilizzo dei nanomateriali saranno sviluppate nuove strategie per promuovere la crescita delle colture e la protezione dei patogeni che consentiranno di rispondere all’incremento della domanda mondiale di cibo, energia e acqua utilizzando in modo più efficiente le risorse naturali».
 
Oltre alle relazioni scientifiche, il workshop “AgriNanoTechniques” ospiterà un incontro tra Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), produttori di nanofertilizanti e mondo agricolo rappresentato da Coldiretti. «È la prima volta che questo accade nel nostro Paese – evidenzia Marchiol – ed è importante che la discussione abbia luogo in un contesto scientifico».

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