Prosegue la missione congiunta italo-libanese

Libano settentrionale, quinta campagna archeologica: rinvenuti siti fenici sulla costa

La scoperta amplia l’area considerata chiave per lo studio del mondo fenicio-punico. In 5 anni 120 siti individuati tra fascia costiera e pianura interna

Si è conclusa a fine giugno la quinta campagna della missione archeologica in Libano settentrionale, sotto la direzione di Marco Iamoni (Università di Udine) e May Haider (Università Libanese - Third Branch di Tripoli), con la partecipazione dell’Institut Français du Proche Orient di Beirut. Il risultato più importante riguarda il ritrovamento di materiali ascrivibili al periodo fenicio nella fascia costiera settentrionale, indice della presenza di siti fenici. «La scoperta – spiega Marco Iamoni - amplia l’area delle regioni finora considerate chiave per lo studio del mondo fenicio-punico». Le scoperte di siti fenici nella fascia costiera arricchiscono il quadro dei ritrovamenti rilevati in cinque anni dalla campagna italo-libanese, che a oggi ammontano a un totale di 120 siti individuati.

La missione, che quest’anno si è concentrata nei settori a ridosso della costa, ha indagato anche l’area di Qalhat, un importante crocevia fra fascia costiera e pianura interna. I diversi siti rinvenuti in questa zona hanno confermato il ruolo strategico di Qalhat, incrementando ulteriormente il panorama archeologico dell’area interna di Koura, che, stando ai risultati delle ricognizioni effettuate negli ultimi anni, fu un’area fiorente in epoca tardo antica/bizantina, caratterizzata da un ricco paesaggio antico con un denso insediamento umano presente in maniera stabile sin dal III millennio a.C., con importanti attestazioni in epoca preclassica e classica/tardo antica.

Le indagini archeologiche si sono svolte grazie al permesso rilasciato dalla Direzione Generale delle Antichità libanesi e a finanziamenti forniti dall’Università di Udine e dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione (Maeci). La prossima campagna, prevista per il 2022, mirerà a estendere le ricerche condotte nell’area di Koura e ad avviare un programma sistematico di disseminazione dei risultati conseguiti.

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