Mercoledì 8 giugno a Staranzano presentazione del volume con i risultati della ricerca
Fusioni di Comuni: opportunità o svantaggio?
Studio del Laboratorio di ricerca economica e manageriale dell’Ateneo friulano
A quali condizioni le fusioni e le altre forme di aggregazione come le unioni intercomunali possono effettivamente rappresentare un beneficio per i cittadini? A questo tema, attuale non solo in Friuli Venezia Giulia ma in molti paesi europei, è dedicato il volume “La Città Comune: opportunità o svantaggio?” frutto di uno studio del Laboratorio di ricerca economica e manageriale (Larem) dell’Università di Udine. Il lavoro verrà presentato mercoledì 8 giugno, alle 18, nella sala conferenze del municipio di Staranzano (piazza Dante 26).
Aprirà i lavori Franco Brussa, presidente dell’Associazione culturale “Libertà Territorio Solidarietà” (“Le ragioni di un collaborazione”). Seguiranno i contributi di quattro collaboratori del Laboratorio dell’Ateneo friulano: Mario Ianniello (“I processi di aggregazione tra Comuni: premesse logiche e punti fermi di un dibattito”), Silvia Iacuzzi (“Unione o fusione? La legislazione nazionale e regionale”), Rudi Vittori (“Il riassetto della struttura amministrativa nell’ipotesi di fusione Monfalcone-Ronchi dei Legionari-Staranzano”) e Franco Iurlaro (“Evidenze e problematicità nell’ipotesi di fusione tra Monfalcone-Ronchi dei Legionari-Staranzano”). Seguirà il dibattito.
«Obiettivo del volume è contribuire alla discussione in materia di aggregazioni tra Comuni in modo il più possibile completo, equilibrato e basato sui fatti», sottolinea Luca Brusati, curatore del volume e coordinatore scientifico del Larem, che ha sede a Gorizia e fa parte del Dipartimento di scienze economiche e statistiche dell’Ateneo udinese.
«Domenica 19 giugno – spiega Brusati – i cittadini di sette comuni del Friuli Venezia Giulia saranno chiamati a votare sì o no alla fusione, e molte altre ipotesi sono allo studio, ma spesso le informazioni disponibili sono frammentarie e di parte se non distorte, o almeno prive di basi empiriche, tanto più in assenza di veri e propri studi di fattibilità. Senza una corretta percezione dei vantaggi e dei problemi legati alle fusioni è inevitabile che le scelte dell’elettore siano dettate dall’emotività, tradendo così le basi logiche della democrazia diretta».