Lunedì 19 febbraio dalle 14.30 a palazzo Antonini

Presentazione del convegno “Pierluigi Cappello: un poeta sulla pista della luce”

Nell'ambito giornata di incontri, conversazioni e letture "Omaggio al Viaggatore: un ricordo di Pierluigi Cappello"

Pierluigi Cappello, uno dei maggiori poeti contemporanei, recentemente scomparso, verrà ricordato e celebrato in un convegno intitolato: “Un poeta sulla pista della luce”, che si terrà presso la Sala Gusmani in Palazzo Antonini, via T. Petracco 8, il 19 febbraio alle ore 14.30. Il convegno mira a mettere in evidenza le molteplici dimensioni nell'opera di questo artista, e l'importanza che essa ricopre e potrà ricoprire in futuro, anche al di là del suo riconosciuto valore letterario.

Cappello è stato, in primo luogo, un grande poeta bilingue, e il rilievo di questa circostanza è sottolineato, tra l'altro, dal contributo sostanziale all'organizzazione del convegno dato dal Dipartimento di Lingue e letterature, comunicazione e società.
Il bilinguismo è un tema caro all'Università friulana, e Cappello è stato tra l'altro al centro di alcuni degli studi linguistici e friulanistici del professor Franco Fabbro, che modererà il dibattito assieme a Vincenzo della Mea. Fabbro ha anche propiziato la presa di coscienza pedagogica di Cappello (che tra l'altro aveva recentemente pubblicato un libro di poesie per bambini) invitandolo varie volte come docente e conferenziere presso la Facoltà di Scienze della Formazione (che conferì al poeta la laurea honoris causa). Un ciclo di lezioni tenute da Cappello ai futuri insegnanti elementari fu registrato in video, e dall'analisi dei filmati prende spunto l'intervento del pedagogista Anselmo Paolone, mirante a fare il punto sul penchant educativo del poeta scomparso. Lo studioso Aldo Colonnello, completerà il quadro sugli aspetti educativi di Cappello, con una sua originale testimonianza.
L'intervento del professor Gian Paolo Gri, intitolato: “Chiudere gli occhi per poter vedere”, approfondirà il tema del limite (inteso in senso non solo estetico) nella vita e nell’opera del poeta. Ed è proprio l’intervento di Gri a fare in qualche modo da cerniera tra gli apporti sin qui elencati, maggiormente mirati agli aspetti linguistici/culturalisti/pedagogici da un lato, e quelli più strettamente letterari, che vedranno un importante momento nell’intervento, in apertura, del poeta e studioso Gian Mario Villalta. Seguirà la testimonianza dell’editore Nicola Crocetti, che di Cappello pubblicò alcune delle opere più significative, e quella della poetessa e studiosa Angela Urbano che, sempre prendendo spunto dall’opera di Cappello, parlerà del delicato ruolo svolto dalla figura dell’editor di poesia.
Il convegno si chiuderà con la testimonianza delle artiste Isabella e Tiziana Pers, e del giornalista Paolo Medeossi, che metteranno in relazione la figura di Cappello con la sua originale visione del Friuli.
La sera alle ore 20.45, presso il Teatro Nuovo Giovanni da Udine, si svolgerà un evento complementare al convegno, intitolato: “Conversazioni, visioni e letture. Pierluigi Cappello: incontri sulla pista della luce”, al quale parteciperanno: Giuseppe Bevilacqua, Paolo Comuzzi, Marco D’Agostini, Augusta Eniti, Paolo Medeossi, Mario Turello.
 
Nella nostra epoca di globalizzazione, in cui il tema del bilinguismo e del plurilinguismo assumono nuovi e cruciali significati, la figura di un poeta bilingue come Cappello costituisce una risorsa dalle molte valenze. Il suo percorso artistico e umano - al confine tra tradizione e contemporaneità - ne fa un caso emblematico da studiare e approfondire per comprendere, tra l’altro, quale uso creativo e interfecondo delle lingue si possa fare in un’era di fermenti e trasformazioni quale la nostra. In tal senso, il convegno vuole andare oltre i significati meramente letterari, esplorando altre valenze dell’opera del poeta, per esempio quelle pedagogiche.
A questo proposito il professor Franco Fabbro nota che “L’opera di Cappello si colloca per certi versi al confine tra rigore formale e libertà espressiva, tra la tradizione e alcune problematiche della modernizzazione. Man mano che la riflessione del poeta sul destino della sua terra, e sulla vita come percorso, si apre a nuove considerazioni, lo sviluppo delle forme poetiche sembra fare eco, passando da metri chiusi a metri più aperti”. Fabbro collega questi aspetti alla dimensione pedagogica del poeta: “Nelle lezioni che dava presso la nostra Facoltà, Cappello soleva presentare la poesia come legata a un percorso di tradizione, e che però aspira a diventare natura. Chi vuole imparare a poetare deve appropriarsi della tradizione, ma poi deve essere in grado di ‘rigurgitare’ ciò che ha appreso dalla tradizione, producendo qualcosa di originale e di suo. Per questo l’apprendistato poetico può essere una valida metafora di altre istanze educative che tendono a mediare tra tradizione e individuazione”.
Un convegno, dunque, mirante a riscoprire la figura di Cappello come intellettuale a tutto tondo, autore di un’opera degna di essere considerata da più punti di vista per le sue molteplici implicazioni e potenzialità.

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