Friuli Innovazione sostiene l’imprenditorialità

Dalla nascita di una Start Up alla crescita dell’economia friulana

 Friuli Innovazione nasce nel 1999 per favorire la collaborazione tra l’università e il sistema economico friulano. L’iniziativa è partita dal comune accordo da Università di Udine, Confindustria Udine, Centro Ricerche Fiat, Agemont, Unione degli Industriali di Pordenone e Fondazione CRUP.


Dal 2005 Friuli Innovazione gestisce il Parco Scientifico e Tecnologico di Udine che ospita imprese innovative, laboratori di ricerca e l’incubatore certificato Techno Seed (in Italia è il primo incubatore d’impresa che ha completato il percorso di certificazione di qualità, nel luglio 2013).

Il presidente Guido Nassimbeni ha risposto ad alcune domande su Friuli Innovazione.
 
Di cosa vi occupate e come operate?
“Favoriamo la collaborazione tra ricercatori e imprese, e l’impiego industriale dei risultati scientifici e tecnologici prodotti dalla ricerca. Assistiamo i giovani imprenditori, imprese e ricercatori nello sviluppo di idee di business innovative e ad alto contenuto tecnologico, attraverso la ricerca di partner e finanziamenti, l'avvio di nuove imprese, l’incubazione e l’insediamento al Parco Scientifico e Tecnologico.
I nostri servizi sono orientati verso alcuni dei principali settori strategici per la ricerca e l’economia della regione (extended ICT, metallurgia e tecnologia delle superfici e dei materiali avanzati, energia e ambiente, biotecnologie, legno), ma partecipiamo costantemente anche a progetti europei e altre iniziative che favoriscono l’internazionalizzazione delle imprese e del talento friulano. In particolare stiamo stringendo rapporti collaborativi sempre più importanti con la Slovenia e la Carinzia per sviluppare una piattaforma internazionale di servizi che aiuti la nascita di startup innovative o che le attragga da fuori”.
 
Con quali enti pubblici collaborate?
“I soci fondatori sono l’Università di Udine, la Camera di Commercio, Confindustria, il comune e la provincia di Udine. Di fatto rappresentiamo un gruppo di realtà pubbliche e private (come Mediocredito e la Fondazione CRUP). Collaboriamo anche con la Regione FVG per orientare le nostre attività in modo da rispettare le politiche di sviluppo della regione. Inoltre, partecipando spesso a progetti internazionali, abbiamo rapporti continui con enti pubblici a livello nazionale ed europeo”.
 
Chi sono i partner a livello nazionale e internazionale?
“Gli altri centri di ricerca, incubatori e parchi scientifici italiani e stranieri. E poi ministeri, enti governativi, università. Abbiamo lavorato con oltre 400 partner di quasi tutto il mondo, anche se i rapporti più costanti li abbiamo con istituzioni e imprese dell’UE e dei Balcani”.
 
In che modo si realizza la collaborazione con l’Università?
“Attraverso l’Ufficio di Trasferimento Tecnologico dell’Università, con il quale operiamo a stretto contatto su molti fronti. Alcuni esempi sono: la promozione di spin-off universitari e più in generale della nuova imprenditorialità, le iniziative come Start Cup FVG che quest’anno ha coinvolto anche Confindustria Giovani e il Ph.D. Expo, importante vetrina per i giovani ricercatori e per l’attività di ricerca dell’ateneo presso il contesto economico e sociale del territorio. L’obiettivo è sempre far emergere, e incontrare, le esigenze di innovazione del territorio con le competenze distribuite nei molti e qualificati nuclei di ricerca dell’Università di Udine”.
 
“Favorire la collaborazione tra l’Università e il sistema economico friulano”: Friuli Innovazione agisce solo nel contesto locale o anche fuori dai confini regionali?
“La nostra mission è valorizzare gli asset di questo territorio, perciò siamo attenti in primo luogo alla conoscenza prodotta in Friuli Venezia Giulia e alla competitività delle imprese regionali. Anche i numerosi rapporti che abbiamo al di fuori della regione possono però trasformarsi in opportunità favorevoli per il territorio”.
 
Un percorso iniziato nel 1999: quali sono stati i momenti cruciali/di svolta di Friuli Innovazione?
“Certamente l’apertura del Parco Scientifico e Tecnologico nel 2005 e nello stesso anno l’avvio del progetto Techno Seed con fondi ministeriali: da allora sono quasi cinquanta le startup che abbiamo aiutato a nascere e crescere con percentuale di insuccessi molto bassa. Poi, l’ampliamento concluso nel 2013 del Parco, da 2.700 a 6.400 mq di superficie coperta destinata a imprese innovative e laboratori. E ancora, le vittorie dei progetti di R&S a livello nazionale ed europeo, importanti anche questi  per accrescere la reputazione di Friuli Innovazione e le competenze interne per supportare la nascita di nuove imprese e il trasferimento tecnologico a 360°”.
 
Quali progetti saranno avviati nel futuro di breve/medio termine?
“Opereremo in quattro direzioni: sostegno alla nuova imprenditorialità, trasferimento tecnologico, finanziamento alle imprese, gestione del Parco con valorizzazione delle attività insediate.  Friuli Innovazione continua ad elaborare e presentare progetti di trasferimento tecnologico, innovazione e ricerca industriale su bandi competitivi regionali, nazionali ed europei che riguardano settori e argomenti diversi, ma con la comune ricaduta concreta sul territorio (solo nel 2015 abbiamo candidato dieci proposte progettuali su bandi europei). Molti altri progetti di cooperazione sono in attesa di essere presentati sui bandi bilaterali con l’Austria, la Slovenia e la Croazia non appena saranno banditi dalle rispettive autorità”.
 
Perché le aziende/startup dovrebbero affidarsi a Voi?
“Il nostro obiettivo sono competitività del territorio e diffusione dell’innovazione mettendo a disposizione delle imprese la nostra decennale esperienza; inoltre, possiamo offrire l’accesso a una rete di relazioni qualificate che comprende enti, istituzioni e imprese piccole e grandi in tutto il mondo. Il vantaggio competitivo di Friuli Innovazione è che offre quell’intermediazione necessaria tra mondo accademico e esigenze dell’impresa affinché un progetto di innovazione abbia successo. Le nostre competenze derivano dalla concretizzazione di decine di start up a partire da uno screening di oltre 500 idee di business e di 150 business plan”.

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