Conclusa la missione archeologica 2007 in Anatolia

Turchia, individuato un insediamento con mura e tempio di epoca ittita

Rinvenuta anche una straordinaria tavoletta cuneiforme

        Un ampio villaggio agricolo a ridosso di una cinta muraria a guardia di un insediamento protetto. Al centro di questo, un tempio sacrificale di forma circolare. Si presentava probabilmente così, attorno al 1500-1400 a.C., la collina turca di Yassihuyuk, 30 chilometri a sud dell’antica capitale ittita Hattusa, nell’attuale regione di Yozgat 200 chilometri a est di Ankara, nel cuore dell’altipiano anatolico. È quanto ipotizzano gli archeologi dell’università di Udine dai ritrovamenti di eccezionale valore avvenuti nel corso della campagna 2007 in Turchia. In un mese, dal 26 agosto al 23 settembre, la missione archeologica congiunta delle università di Udine, Trieste e Verona, coordinata dall’ateneo friulano, ha rinvenuto nel sito di Yassihuyuk una tavoletta cuneiforme in lingua ittita contenente un elenco di feste religiose e la relativa lista delle offerte sacrificali. Dall’indagine geomagnetica su 2 ettari di sito, è emersa la presenza di mura poderose lungo tutto il perimetro della collina e, al centro, di un vasto edificio circolare con entrata monumentale. La raccolta di reperti in superficie, infine, ha dimostrato la presenza, fuori le mura, di un ampio villaggio agricolo, dedito alla coltivazione e trasformazione degli abbondanti raccolti cerealicoli.
 
            La campagna turca è il più recente tra i progetti archeologici nati all’università di Udine. Nel 2004 la scelta del sito di Yassihuyuk, ossia, in turco, della “collina piatta”. «La sua bizzarra forma a “sformato” – spiega Frederick Mario Fales, coordinatore scientifico della missione – risultava chiaramente prodotta dall’uomo e già ad un primo esame aveva mostrato la presenza di abbondante ceramica riconducibile ai due principali protagonisti della storia antica di quell’area, gli Ittiti e poi i Frigi». Il rinvenimento della tavoletta cuneiforme ittita «potrebbe –dice Fales - indicare Yassihuyuk come una delle sedi periferiche dove il re di Hattusa si recava, con sacerdoti e militari, a compiere periodici sacrifici alla divinità solare, al dio della tempesta e agli altri “mille” dei del regno ittita». I reperti di superficie «hanno invece dimostrato – continua Fales – che di fronte alla collina si trovava un vasto villaggio agricolo».
 
            La dettagliata indagine geomagnetica ha evidenziato un vasto edificio circolare in pietra con entrata monumentale quadrata verso sud e un muro di cinta di poderose pietre lungo i bordi della collina, interrotto da due porte affacciate a meridione. Una di queste «è stata malauguratamente violata da “tombaroli” – racconta Fales - nel corso dell’inverno. La buca lasciata dai clandestini ha messo in evidenza ordini di pietre calcaree squadrate, che confermano il carattere monumentale delle mura rilevato dalle apparecchiature geomagnetiche». C’era dunque un tempio ittita al centro di Yassihuyuk? Molte soluzioni sono ipotizzabili. «Non resta – conclude Fales – che procedere allo scavo del sito, che costituirebbe il primo scavo italiano nell’Anatolia ittita, oltre a essere l’opportunità per aprire un’importante impresa congiunta in quel territorio archeologico d’eccellenza che è la Turchia. Per questo auspichiamo il coinvolgimento e l’appoggio anche delle istituzioni».

Condividi

Stampa

Sullo stesso tema