Martedì 14 ottobre, alle 16.30, a palazzo Antonini a Udine

Reportage dal Friuli e dall'Isontino durante la Repubblica di Venezia

Presentazione e discussione delle edizioni critiche dell’“Itinerario per la Terraferma veneziana” di Marin Sanudo (1483) e delle relazioni dei Sindici Inquisitori (1543-1626)

Sguardi su territorio, società, paesaggio, arte e architetture dalla fine del ‘400 alla vigilia
della peste “manzoniana” del 1630

“Sguardi sul dominio veneziano di terraferma fra Quattro e Seicento”. È il tema dell’incontro che il Dipartimento di scienze umane dell’Università di Udine organizza martedì 14 ottobre, alle 16.30, nella sala Gusmani di palazzo Antonini a Udine (via Petracco 8). Ne discuteranno Matteo Melchiorre (Università di Venezia), Gian Maria Varanini (Università di Verona), Alfredo Viggiano (Università di Padova), Michael Knapton e Andrea Zannini (Università di Udine).

Nell’occasione saranno presentati due libri – “Itinerario per la Terraferma Veneziana” e “Conoscere per governare. Le relazioni dei Sindici Inquisitori e il dominio veneziano in Terraferma (1543-1626)” – che costituiscono un vero e proprio reportage risalente a mezzo millennio fa, frutto di una visita ai domini della Repubblica di Venezia, compresi quelli friulani e isontini. Un affresco che va anche da Sacile ad Aquileia, passando per Pordenone, Udine, Cividale e Gradisca, che descrive e analizza luoghi, genti, patrimonio architettonico, paesaggi, umori popolari e contesto storico-istituzionale ed economico dei territori attraversati.

Le fonti delle due opere sono il patrizio veneziano Marin Sanudo, che scrisse l’“Itinerario” dopo la sua esperienza, nel 1483, al seguito dei Sindici Inquisitori, gli ispettori della Serenissima in missione anche nell’attuale Friuli Venezia Giulia. E gli stessi Sindici, autori di undici relazioni finali che coprono otto decenni di ispezioni in terraferma, fra la metà del Cinquecento e la vigilia della peste “manzoniana del 1630. Relazioni che vengono pubblicate per la prima volta da Forum editrice universitaria di Udine, a cura di Matteo Melchiorre. L’edizione moderna dell’’“Itinerario”, a cura di Gian Maria Varanini, è stata pubblicata quest’anno da Viella edizioni.

«Di particolare interesse è quest’ultima opera – spiega Knapton, docente di storia moderna all’ateneo udinese –, meno “politica” rispetto alle Relazioni degli ispettori, e più ricca di indicazioni puntuali, tanto che il testo si articola in sezioni su singoli luoghi». Sanudo e la comitiva di Sindici non vide invece Trieste, territorio non veneziano, se non dal mare, durante il viaggio verso l’Istria veneziana. «Lunghe le voci su Udine, Cividale e Aquileia – sottolinea Knapton –; di queste ultime, da umanista entusiasta, il giovane Sanudo scrisse molto, in particolare degli edifici e delle iscrizioni antiche, che trascrisse in gran quantità». A Cividale l’autore ammira moltissimo inoltre il ponte sul Natisone. Sanudo offre poi numerosi cenni sull’itinerario percorso e anche su fatti allora recenti, come le incursioni della cavalleria turca in Friuli, a Lucinico e a Gradisca negli anni ’70 del Quattrocento. «A Udine – evidenzia ancora il professor Knapton – parla delle rogge e delle divisioni fra fazioni aristocratiche, senza capire molto però la profondità delle ostilità che meno di trent’anni dopo, nel 1511, sfociarono nell’insurrezione contadina del “giovedì grasso”. L’autore inoltre elenca i passi montani – da Santa Croce alla Mauria, per esempio – attento com’è alle implicazioni commerciali e strategiche dei valichi».

 

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