Rapporto VQR 2015-2019: risultato molto soddisfacente per l'Ateneo friulano
Molto lusinghiero l’indice sulla qualità e quantità della ricerca dei docenti e ricercatori strutturati
La presentazione del Rapporto VQR 2015-2019 dell’Anvur, l’Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca, ha evidenziato un risultato molto soddisfacente per la qualità dell’attività di ricerca dell’Università di Udine e del suo impatto sul tessuto industriale, economico e culturale italiano e internazionale.
Gli indicatori della VQR sono rappresentati da un punteggio complessivo, dato dalla somma dei punteggi ottenuti dai prodotti nell’area scientifica di riferimento, un punteggio medio, ovvero la misura della qualità media dei prodotti all’interno di ogni università nell’area di riferimento, un indicatore qualitativo (R), che misura la qualità dei prodotti dell’ateneo rispetto alla media di tutte le istituzioni, tenendo conto del peso delle diverse aree scientifiche nella specifica università e un indicatore quali-quantitativo (Iras) che misura la qualità dei prodotti valutati tenendo conto anche della dimensione, ovvero del numero totale dei prodotti, di quell’università.
Ad aver ottenuto un risultato particolarmente lusinghiero è l’indice Iras1, pari a 1,52, relativo alla qualità e quantità della ricerca dei docenti e ricercatori strutturati, che pone l’ateneo ben al di sopra della media nazionale. Abbastanza soddisfacente anche Iras2, quello della ricerca dei neoassunti o promossi (1,01), lo stesso valore ottenuto dai dottori di ricerca diventati ricercatori. Un altro interessante risultato per l’ateneo friulano è quello della qualità e quantità del profilo della Terza Missione (Iras4). L’ateneo ha presentato quattro casi studio, ottenendo un punteggio di 1,35. Cantiere Friuli con cui l’Ateneo ha costruito un modello di trasferimento di conoscenze, competenze e idee con l’obiettivo di fornire un supporto ai decisori e agli attori territoriali, la ricerca sui vitigni resistenti con cui è stato affrontato il problema della sostenibilità della viticoltura, la App sulla sicurezza in volo con cui l’Ateneo risponde alla sfida della rivoluzione digitale e la SermAcademy (International Training School in Seismic Emergency Response Management), una scuola-palestra inter-istituzionale ed internazionale di formazione e divulgazione in materia di gestione della risposta in emergenza sismica,.
Le università statati sono state suddivise in quattro quartili a seconda del numero dei prodotti presentati. Per quanto riguarda l’indicatore qualitativo R1 e R2 l’ateneo di Udine ha ottenuto un indice di 0,98, collocandosi al decimo posto nel suo quartile (il secondo su quattro) e nella media del sistema universitario italiano. Per i restanti profili (dottorati di ricerca e terza missione) l’Università di Udine ha ottenuto un indice di 1,00 relativo a chi ha conseguito il dottorato di ricerca e di 1,077 riguardante la Terza missione.
Grande soddisfazione del rettore Roberto Pinton “per l’ottimo risultato sulla valutazione dei docenti e ricercatori strutturati e per un risultato che vede l’ateneo di Udine molto ben posizionato anche in considerazione della sua dimensione”. I ricercatori che sono stati accreditati per la VQR sono stati 637, di cui 223 assunti dall’istituzione nel periodo 2015-2019 o transitati al suo interno in una fascia superiore. I prodotti teorici per l’Università di Udine erano pertanto pari a 1911; in considerazione della facoltà dei Dipartimenti di fruire delle esenzioni spettanti sono state effettivamente conferite 1.873 pubblicazioni scientifiche.
Si tratta di una valutazione importante perché, oltre a fornire una fotografia della ricerca italiana, i risultati della VQR saranno utilizzati dal MUR per ripartire, già dal 2022, l’80% della quota premiale del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO).