7 giugno 2005
I risultati dell’ultima indagine dell’Istat
Occupazione dei laureati: ateneo di Udine al 7° posto in Italia
Ha un lavoro continuativo il 69,2% dei neo-dottori
Ingegneri e architetti sono i più occupati
L’università di Udine entra nella “top ten” degli atenei italiani, piazzandosi esattamente al settimo posto su 77, nella classifica 2004 dei laureati che a tre anni dalla laurea hanno un lavoro continuativo. Il risultato emerge dall’ultima analisi dell’Istat che, su un campione di 26 mila unità, utilizza un parametro che vuole cercare di capire quanti neo-dottori si sono effettivamente inseriti nel mercato del lavoro in maniera stabile. L’ateneo friulano, dunque, si colloca al settimo posto in Italia: il 69,2% dei suoi laureati nel 2001 ha un’occupazione stabile a 3 anni di distanza, ben al di sopra della media italiana ferma al 56,4%. Un risultato ancora più importante se si pensa che le prime 5 posizioni sono occupate dalla Bocconi di Milano (al 1° posto in Italia) e dai Politecnici di Milano, Torino e Bari. Seguono gli atenei di Trento e Bergamo, a confermare che le medio-piccole università primeggiano a livello di qualità. La performance dell’ateneo friulano supera, dunque, anche quella di atenei storicamente prestigiosi del Nordest e del resto dell’Italia. “Questo risultato – commenta il rettore Furio Honsell – dipende sia dal sistema Friuli, che ha ottime capacità di assorbire risorse umane qualificate, sia dall’ateneo friulano che ha sempre progettato i suoi corsi in modo da soddisfare le esigenze del sistema economico e di fungere da stimolo”:
Le aree di studio che hanno chance migliori sul mercato del lavoro? Il primo posto se lo aggiudica il settore dell’Ingegneria e dell’architettura: hanno un lavoro continuativo l’88,2% dei dottori laureati a Udine, mentre la media italiana si ferma al 75%. A seguire l’ambito economico-sociale con oltre l’80% degli occupati, contro soltanto il 63% a livello nazionale. Non se la passano male nemmeno i laureati del settore scientifico (il 70% di Udine lavora, a fronte del 60% italiano) e di quello umanistico (59,8% a Udine, 49,6% in Italia). Il settore medico, invece, non presenta dottori già occupati, in quanto la stragrande maggioranza dopo la laurea prosegue gli studi con la specializzazione. Anche per i laureati in Giurisprudenza la situazione è particolare, dato che il loro percorso formativo spesso prosegue con la pratica professionale.
La restante parte dell’indagine Istat fa riferimento invece a dati calcolati sulla base della media nazionale, quindi non facilmente rapportabili alla situazione friulana. In generale, dalle tre indagini che l’Istat conduce periodicamente sulla condizione occupazionale dei giovani in possesso di diploma di scuola superiore, di diploma universitario e di laurea, a tre anni dal conseguimento del titolo, emerge che con un titolo di studio elevato si riesce a trovare lavoro più facilmente. Guardando all’ultimo dato disponibile, hanno un lavoro continuativo il 75% dei “vecchi” diplomati universitari (titolo esistente prima della riforma del 3+2), il 63% dei laureati e soltanto il 42% dei diplomati di scuola superiore.”Dunque diploma universitario e laurea mostrano una resa migliore rispetto al diploma di scuola superiore” si legge nel rapporto Istat. Non solo. “Il lavoro che si riesce a ottenere con un titolo di studio elevato non sempre è adeguato al percorso formativo intrapreso – dice l’Istat -. Però la coerenza tra titolo posseduto e richiesto per accedere al lavoro tende ad aumentare al crescere del livello di istruzione”. I diplomati di scuola secondaria superiore, infatti, dichiarano di svolgere un lavoro per il quale era necessario il titolo posseduto nel 56% dei casi; tra i giovani con titolo accademico tale percentuale sale al 64% per i diplomati universitari e al 67% per i laureati.
Le aree di studio che hanno chance migliori sul mercato del lavoro? Il primo posto se lo aggiudica il settore dell’Ingegneria e dell’architettura: hanno un lavoro continuativo l’88,2% dei dottori laureati a Udine, mentre la media italiana si ferma al 75%. A seguire l’ambito economico-sociale con oltre l’80% degli occupati, contro soltanto il 63% a livello nazionale. Non se la passano male nemmeno i laureati del settore scientifico (il 70% di Udine lavora, a fronte del 60% italiano) e di quello umanistico (59,8% a Udine, 49,6% in Italia). Il settore medico, invece, non presenta dottori già occupati, in quanto la stragrande maggioranza dopo la laurea prosegue gli studi con la specializzazione. Anche per i laureati in Giurisprudenza la situazione è particolare, dato che il loro percorso formativo spesso prosegue con la pratica professionale.
La restante parte dell’indagine Istat fa riferimento invece a dati calcolati sulla base della media nazionale, quindi non facilmente rapportabili alla situazione friulana. In generale, dalle tre indagini che l’Istat conduce periodicamente sulla condizione occupazionale dei giovani in possesso di diploma di scuola superiore, di diploma universitario e di laurea, a tre anni dal conseguimento del titolo, emerge che con un titolo di studio elevato si riesce a trovare lavoro più facilmente. Guardando all’ultimo dato disponibile, hanno un lavoro continuativo il 75% dei “vecchi” diplomati universitari (titolo esistente prima della riforma del 3+2), il 63% dei laureati e soltanto il 42% dei diplomati di scuola superiore.”Dunque diploma universitario e laurea mostrano una resa migliore rispetto al diploma di scuola superiore” si legge nel rapporto Istat. Non solo. “Il lavoro che si riesce a ottenere con un titolo di studio elevato non sempre è adeguato al percorso formativo intrapreso – dice l’Istat -. Però la coerenza tra titolo posseduto e richiesto per accedere al lavoro tende ad aumentare al crescere del livello di istruzione”. I diplomati di scuola secondaria superiore, infatti, dichiarano di svolgere un lavoro per il quale era necessario il titolo posseduto nel 56% dei casi; tra i giovani con titolo accademico tale percentuale sale al 64% per i diplomati universitari e al 67% per i laureati.