L’Università di Udine amplia gli spazi a disposizione degli studenti con l’inaugurazione di un nuovo edificio nel polo scientifico e tecnologico dei Rizzi che sarà dedicato al geologo e geografo friulano Egidio Feruglio. Si tratta delle cosiddette “nuove grandi aule” che offrono oltre mille posti a sedere, suddivisi tra aule per lezioni, un’aula studio da 56 posti e un laboratorio informatico da 32 posti. L’inaugurazione della struttura si terrà martedì 8 novembre alle 11 nel polo scientifico dei Rizzi, in via delle Scienze 206 a Udine.
Dopo il benvenuto del rettore Cristiana Compagno sono previsti i saluti delle autorità e gli interventi di Silvio Brusaferro, delegato per l’edilizia e la strumentazione, e di Adriano Zanferrari, docente di Geologia alla facoltà di Ingegneria dell’Ateneo, che ripercorrerà la vicenda umana e professionale dello studioso Egidio Feruglio. A seguire don Alessio Geretti, delegato episcopale per la Cultura, benedirà i locali. Il nuovo edificio sorge su due piani, nell’area a nord del complesso principale dei Rizzi. è configurato come un grande contenitore in cui la soluzione progettuale è finalizzata ad ottenere, a seconda delle esigenze, locali di diverse dimensioni che possono variare da 94 a 188 posti a sedere mediante l’utilizzo di idonee pareti mobili.
Egidio Feruglio (Feletto Umberto 1897 – Udine 1954) è stato geologo e naturalista ed è considerato uno dei maggiori studiosi della Patagonia e della Terra del Fuoco. Settimo di dodici figli, di famiglia contadina, frequenta il Circolo speleologico friulano, dove conosce i Marinelli, Francesco Musoni, Giotto Dainelli e Arrigo Lorenzi che gli trasmettono la passione per la ricerca scientifica: a soli 16 anni pubblica il suo primo lavoro scientifico. Dopo aver partecipato alla Grande Guerra, ottiene la laurea in Scienze naturali a Firenze. Emigra per la prima volta in Argentina nel 1925, anno in cui vedono la luce alcuni suoi lavori fondamentali per la geologia delle Prealpi friulane. Rientrato in Italia nel 1932, non prende la tessera del partito fascista e si vede quindi precludere un successo sicuro nell’università italiana. Ritorna in Argentina dove diventa docente universitario e fino al suo rientro definitivo in Italia, nel 1949, affronta con passione i problemi della geologia e della geomorfologia dell’Argentina. Oltre sessanta lavori illustrano il suo contributo alla conoscenza geologica della sua patria di adozione. Una delle “Grotte di Villanova” in Alta Val Torre porta il suo nome, così come il “Museo Paleontologico Egidio Feruglio” a Trelew, in Argentina.