Inaugurata nel polo scientifico dei Rizzi la struttura che conta spazi per la didattica, un’aula studio e un laboratorio informatico
Sono state intitolate alla memoria del geologo e geografo friulano Egidio Feruglio le “nuove grandi aule” del polo scientifico e tecnologico dell’Università di Udine, inaugurate oggi nell’area del campus dei Rizzi. Caratteristica peculiare del fabbricato è l’ampia flessibilità degli spazi interni che consente di ricavare locali di dimensioni diverse da grandi aree libere. In particolare le quattro “grandi aule” possono essere trasformate, mediante un sistema di pareti mobili di tipo scorrevole adeguatamente isolate, in otto locali di dimensioni più piccole, da allestire all’occorrenza come aule didattiche, aule studio o laboratori per esercitazioni. In totale offrono complessivamente 1028 posti a sedere, suddivisi su due piani tra aule per lezioni, un’aula studio e un laboratorio informatico.
Con questo intervento «l’Università di Udine offre agli studenti nuovi spazi - ha ricordato durante la cerimonia il rettore Cristiana Compagno – improntati a soluzioni innovative. È un ulteriore e importante tassello che va ad arricchire le infrastrutture dell’Ateneo e in particolare del polo scientifico e tecnologico». In questi anni «l’Ateneo friulano ha continuato a sviluppare la propria presenza e la propria offerta didattica – ha proseguito Compagno - cercando, anche con l’intitolazione di edifici a personalità di spicco del mondo friulano, di essere parte rilevante della storia di questa terra e, allo stesso tempo, proiettandosi in una dimensione globale. La figura di Egidio Feruglio a cui oggi intitoliamo questo edificio ne è il paradigma».
Apprezzamento per i lavori svolti è stato espresso dall’assessore regionale Roberto Molinaro, ricordando «il percorso intrapreso dall’Università del Friuli che, con lungimiranza, ha previsto un programma pluriennale ambizioso e significativo di polarizzazione e organizzazione dell’ateneo». Il sindaco Furio Honsell ha sottolineato che «il nuovo edificio, pur essendo figlio di un’epoca in cui le risorse economiche sono limitate, è un esempio di architettura sostenibile che riesce a dialogare con l’edificio adiacente preesistente». All’inaugurazione sono intervenuti l’assessore provinciale Adriano Ioan, il delegato del rettore per l’edilizia e la strumentazione Silvio Brusaferro che ha descritto le caratteristiche tecniche dell’edificio e Adriano Zanferrari, docente di Geologia alla facoltà di Ingegneria, che ha ricordato la vicenda umana e professionale di Feruglio. Don Alessio Geretti, vicario episcopale per la Cultura, ha benedetto i locali.
La nuova struttura sorge accanto all’edificio principale del polo scientifico e copre una superficie di circa 1.700 metri quadrati, su un terreno di proprietà dell’università di Udine all’interno del campus dei Rizzi. Si configura come un semplice e compatto parallelepipedo rivestito con un sistema di grandi conci modulari, realizzato con sistema strutturale prefabbricato, con due livelli fuori terra e tripartito in grandi spazi: quello centrale a servizio di quelli laterali, riservati alla didattica e dotati di estrema flessibilità di utilizzo. L’edificio, interamente accessibile alle persone con limitata capacità motoria, è preceduto sul lato anteriore da un portico.
I lavori di costruzione del fabbricato, realizzati dalle ditte Rizzani De Eccher per la parte in opera e dalla Spav Prefabbricati per la parte prefabbricata, sono iniziati nel dicembre 2009 e si sono conclusi in un anno circa, su progetto dell’ing. Giuseppe Suraci e dell’arch. Giorgio Della Longa. Direttore dei lavori è stato l’ing. Giampaolo Proscia, responsabile dell’Area edilizia e logistica dell’Ateneo. L’investimento per realizzare l’opera è stato di 3 milioni e 400 mila euro, coperto con mutui stipulati con la Cassa depositi e prestiti finanziati con il risparmio postale ed assistiti da contributo regionale ex lege 4/92, oltre a un contributo della Fondazione Crup.
Il geologo e geografo Egidio Feruglio è uno dei più importanti studiosi della geologia del Friuli e, in Argentina, è considerato “uno dei grandi maestri della Geologia argentina”, per i suoi fondamentali lavori sulla Patagonia e la Terra del Fuoco. Nato a Feletto Umberto nel 1897, di famiglia contadina, dopo aver partecipato alla Grande Guerra si laurea in Scienze Naturali a Firenze. Emigra per la prima volta in Argentina nel 1925. Rientrato in Italia nel 1932, viene emarginato dal mondo accademico italiano per essersi rifiutato di iscriversi ("la coscienza non me lo permette") al Partito Nazionale Fascista. Nel 1934 ritorna in Argentina, che per lui rappresenterà sia uno spazio lavorativo che un rifugio politico, che lascerà solo nel 1949 con il suo rientro definitivo in Italia, dove ottiene la cattedra di Geologia all’Università di Torino. I suoi lavori sulla geologia delle Prealpi e della Pianura friulane sono tuttora, specie per i giovani geologi, opere di consultazione sia come fonte di dati che come esempio di corretta e, per allora, di innovativa applicazione dei metodi della ricerca geologica.