Inaugurazione giovedì 12 aprile, alle 11, al campus dei Rizzi

Il torrente Cellina in mostra: un secolo di paesaggi, uomini e attività

Fino al 15 giugno rassegna fotografica in collaborazione
con l’Associazione amici centrale di Malnisio

        Il torrente Cellina e la sua storia, i paesaggi e la gente della sua valle sono i protagonisti della mostra fotografica “Con l’acqua del Cellina” organizzata dall’Università di Udine e dall’associazione Amici della centrale di Malnisio. Un centinaio di fotografie, cartoline antiche e riproduzioni di documenti d’epoca suddivise in cinque sezioni raccontano gli ultimi cent’anni di vita economica e sociale della Valcellina e del suo torrente: la costruzione delle vecchie centrali di Malnisio, Gias e Partidor, l’opera dei progettisti Pitter e Zenari, il lavoro delle maestranze, la costruzione delle dighe di Barcis e di Ravedis, le nuove opere per l’utilizzo, la gestione e il controllo dell’acqua in agricoltura. 

        Allestita presso il campus scientifico dei Rizzi, in via delle Scienze 208, a Udine, la mostra sarà inaugurata giovedì 12 aprile, alle 11. Alla cerimonia parteciperanno il rettore Furio Honsell, il sindaco di Montereale Valcellina, Pieromano Anselmi, il direttore del Consorzio di bonifica Cellina-Meduna, Renzo Scramoncin. Visitabile fino al 15 giugno, la rassegna sarà aperta tutti i giorni, dalle 9 alle 18, esclusi il sabato e i giorni festivi. 

        Il Cellina, da sempre, è stato fonte di lavoro e di ricchezza. L’antico isolamento della valle si è infatti trasformato in sviluppo industriale, agricolo e sociale grazie soprattutto alla moderna gestione delle sue acque. Il percorso espositivo illustra il suo utilizzo, prima dell’avvento delle industrie, per la fluitazione del legname dalla montagna fino in pianura, arrivando sino a Venezia, e per il funzionamento dei mulini e delle segherie. Dai primi del ‘900 queste attività hanno lasciato il posto all’industria del “carbone bianco”, come veniva chiamata allora l’energia elettrica, con la costruzione di nuove strutture direttamente e indirettamente legate al suo sfruttamento: sbarramenti, dighe, ponti e strade. Ma anche invasi e canali per irrigare e rendere la pianura più fertile e produttiva. Il risultato è un paesaggio, mutato e plasmato gradualmente nel tempo dall’uomo, che rivela una nuova bellezza del Cellina e del suo territorio che la mostra ripropone e descrivere con rigore storico e logico. 

        «I temi sviluppati dall’esposizione – spiega il professor Piero Pinamonti, coordinatore dell’iniziativa per l’Università di Udine – rappresentano la Val Cellina e il suo territorio che, nel ventesimo secolo, con l’intervento dell’uomo sono diventati protagonisti di una profonda metamorfosi». La mostra è stata realizzata con il sostegno e il patrocinio dell’Ecomuseo Lis Aganis, del Comune di Montereale Valcellina, del Consorzio di Bonifica Cellina Meduna e dell’Associazione termotecnica italiana, sezione del Friuli Venezia Giulia.

Condividi

Stampa