Il dipartimento di Studi umanistici e del Patrimonio culturale in vetta all'EA ranking 2020

La rivista Education Around premia l'offerta didattica magistrale in materie umanistiche, conferendole il primo posto tra le università italiane

Prospettive occupazionali, grado di internazionalizzazione, varietà all'interno del corpo studentesco, ricchezza e validità dei canali offerti per connettersi al mondo del lavoro: è stata la valutazione di questi quattro criteri fondamentali a portare i corsi di laurea magistrale targati Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale (Dium) nettamente in cima alla graduatoria stilata per il 2020 da Education Around, il magazine specializzato che ogni anno esamina le performance degli Atenei italiani e dei loro dipartimenti, identificandone le eccellenze. L'Università di Udine finisce per imporsi con 88,8 punti sull'Alma Mater di Bologna (72,1) e sull'Università di Padova, al terzo posto (70). 

Un ennesimo riscontro positivo per l'Ateneo udinese guidato dal rettore Roberto Pinton, che raccoglie prestigiosi riconoscimenti a livello nazionale. Ma anche un grande motivo d'orgoglio per tutto il corpo docente del Dipartimento di Studi Umanistici e del Patrimonio Culturale, rappresentato dal suo direttore, il prof. Andrea Zannini, e dalla prof.ssa Laura Pani, delegata alla Didattica. «È il frutto di un lavoro che dura da molti anni» sottolinea Zannini «e che è orientato a concepire e organizzare i corsi di studio sulla base delle esigenze formative degli studenti e sulle possibilità di sbocco professionale che le laure umanistiche offrono». «Abbiamo laureati che hanno raggiunto posizioni prestigiose nei settori più diversi, come si può leggere dalle loro storie professionali che abbiamo inserito sul sito del Dipartimento», ricorda Laura Pani, «l'idea che laurearsi in materie umanistiche non serva per una attività professionale 'moderna' è quanto di più anacronistico possa esistere». 

Dall'analisi del ranking di Education Around emerge infatti una perfetta sintonia tra la ferma risoluzione dell'Ateneo a proporre un'offerta formativa dinamica e aperta – all'Europa e all'estero, come al mondo della ricerca e del lavoro – e l'altrettanto convinta determinazione degli studenti nello sfruttare le varie opportunità che vengono loro dedicate: Udine figura infatti tra le università con il maggior numero di iscritti "con la valigia in mano", per svolgere periodi di studio fuori dall'Italia, e più pronti a mettersi in gioco anche al di fuori delle aule, approfittando dei diversi tirocini organizzati. 

L'attenzione verso gli studenti, da un punto di vista formativo e umano, è del resto certamente uno dei fattori che ha influito sul cosiddetto alumni network, il parametro che misura  da un lato la capacità di attrazione rispetto alle altre regioni e all'estero, dall'altro il numero assoluto di laureati nel più recente anno accademico: in questo Udine dimostra di aver saputo trovare la migliore sintesi tra i vantaggi che derivano dall'essere un "piccolo" Ateneo e la sfida (sempre aperta) di mantenere il proprio ambiente accademico vivo e stimolante.

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