24 novembre 2004
Dal 2 al 4 dicembre convegno nel centenario della nascita dell'artista
L'Ateneo accende i riflettori su Ado Furlan
Protagonista della scultura friulana del Novecento
“Ado Furlan nella scultura italiana del Novecento” è il titolo del convegno in programma dal 2 al 4 dicembre 2004 all’ex convento di San Francesco, a Pordenone. L’iniziativa, frutto della collaborazione tra l’Università degli studi di Udine, la Provincia di Pordenone, il Comune di Pordenone e il Centro Iniziative Culturali Pordenone, si colloca nell’ambito delle manifestazioni per il centenario della nascita dell’artista, che cadrà il prossimo anno (3 dicembre 2005) e sarà celebrato con una mostra delle sue principali opere. Ma analizziamo nel dettaglio il programma delle tre intense giornate di studio dedicate allo scultore pordenonese, che fu legato da vincoli di amicizia e rapporti di lavoro con numerosi artisti italiani del Novecento e in particolare con i friulani Anzil, Afro, Dino e Mirco Basaldella, Emilio Caucigh, Fred Pittino, Italo Michieli, Silvio Olivo, Armando Pizzinato, Virgilio Tramontin ecc.
Giovedì 2 dicembre, a partire dalle 9, interverranno il sindaco di Pordenone, Sergio Bolzonello, il presidente del Centro Iniziative Culturali Pordenone, Giacomo Ros, e il presidente della Provincia di Pordenone, Elio De Anna. In questa giornata saranno analizzati l’ambiente pordenonese, il contesto regionale, la formazione e le opere degli anni Trenta di Ado Furlan. Paolo Goi, del museo diocesano di Pordenone, interverrà sulla scultura nel Friuli occidentale tra Otto e Novecento, Giuseppe Bergamini, dei civici musei e gallerie di storia ed arte di Udine, parlerà dello scultore Luigi De Paoli. “Mostre e artisti a Pordenone tra gli anni Venti e Quaranta”, sarà il tema affrontato da Giancarlo Pauletto del Centro Iniziative Culturali Pordenone. Licio Damiani chiarirà gli aspetti della scultura in Friuli Venezia Giulia nel primo Novecento, Isabella Reale della Galleria d’arte moderna di Udine, illustrerà il ruolo e la funzione delle borse di studio bandite del Comune di Udine, intitolate ad Antonio Marangoni; il docente dell’Università di Udine Alessandro Del Puppo parlerà degli esordi dei fratelli Basaldella.
Alle 15 porteranno i saluti le seguenti autorità: il rettore dell’Università di Udine, Furio Honsell, il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone, Silvano Antonini Canterin e Nevio Alzetta, presidente della III commissione consiliare della Regione Friuli Venezia Giulia. Subito dopo si entrerà nel vivo del convegno con una serie di relazioni sulla formazione di Ado Furlan e le sue opere degli anni Trenta. In particolare, interverranno Gabriella Bucco sull’educazione artistica in Friuli Venezia Giulia nel primo Novecento, Giorgio Nonveiller, dell’Accademia di Belle arti di Venezia, sull’insegnamento della scultura nell’ambito dell’Accademia e sullo scultore Eugenio Bellotto, maestro di Furlan. Spetterà a Flavio Fergonzi, dell’Università di Udine, illustrare le fonti visive dell’artista, mentre le opere monumentali di carattere sacro e funerario saranno analizzate da Antonio Forni, dell’Università “Ca’ Foscari” di Venezia e Massimo De Sabbata, dell’ ateneo friulano, si occuperà delle opere pubbliche.
Venerdì 3 dicembre dalle 9.30 cominceranno gli interventi dedicati all’ambiente veneziano, alla “sindacalizzazione” dell’arte negli anni Trenta e al dibattito critico sulla scultura, al rapporto tra architettura e decorazione. La relazione di Nico Stringa, dell’ Università “Ca’ Foscari” di Venezia, sarà incentrata sulla scultura attraverso le Biennali di Venezia tra le due guerre; Giuseppina Dal Canton, docente dello stesso ateneo, tratterà invece dei rapporti tra pittori e scultori nella Venezia degli anni Trenta e primi anni Quaranta. Maria Masau Dan, del museo “Revoltella” di Trieste, spiegherà la logica sottesa alle mostre del sindacato tra il Friuli e la Venezia-Giulia. Giovanni Bianchi dell’Università “Ca’ Foscari” di Venezia, illustrerà cosa avveniva a Ca’ Pesaro negli anni Trenta. Rossella Campana di Firenze, fornirà elementi per meglio comprendere il dibattito critico sulla scultura in Italia verso il 1930. “Moderno e monumentale: l’architettura di Cesare Scoccimarro negli anni Trenta” è il titolo della relazione della pordenonese Annalisa Avon; Paolo Campiglio, dell’Università di Pavia, si soffermerà sulla triennale di Milano e Sileno Salvagnini, dell’Accademia di Bella arti di Venezia, spiegherà la funzione e i riflessi della legge del 2% sulla produzione artistica dell’epoca. Gilberto Ganzer, del museo civico d’Arte di Pordenone, ci parlerà di Corrado Cagli e delle tavole dell’Esposizione di Parigi; Paolo Nicoloso, dell’Università di Udine, e Simonetta Lux, dell’Università di Roma “La Sapienza”, interverranno rispettivamente sul foro Mussolini e sull’E42.
Sabato 4 dicembre verranno affrontati i seguenti argomenti: l’ambiente romano, gli interessi culturali di Ado Furlan e la produzione del secondo dopoguerra. Dalle 9.30 Italo Furlan, figlio dello scultore e docente dell’Università di Padova, illustrerà il soggiorno romano di Ado, il critico Domenico Guzzi interesserà il pubblico facendo riferimento ai rapporti con gli amici pittori di via Margutta. Di altri amici, questa volta scultori, ci parlerà invece il romano Giuseppe Appella. Attilio Mauro Caproni dell’Università di Udine, si soffermerà sulla passione di Ado Furlan per i libri mentre quella per la musica sarà analizzata da Maurizio d’Arcano Grattoni. La figlia dello scultore, Caterina Furlan, dell’ateneo udinese, ricostruirà alcuni aspetti della vita e dell’opera paterne attraverso i documenti epistolari conservati nell’archivio domestico. Paolo Pastres riferirà dell’impegno dello scultore nell’ambito della Pro Pordenone; delle mostre e opere del dopoguerra si occuperà Giorgia Gemo, dell’Università di Udine, mentre Vania Gransinigh ricostruirà l’attività della galleria d’arte “Il Camino”, fondata da Furlan nel 1957. Infine, spetterà a Flavio Fergonzi il compito di fare il bilancio delle tre giornate di studio, che certamente permetteranno di delineare un quadro più preciso non solo della figura di Ado Furlan ma anche del contesto nel quale egli ha operato.