Presentazione agli operatori del settore mercoledì 12 dicembre
E' nata all'Università di Udine la nuova varietà di kiwi a polpa gialla
Un kiwi frutto di anni di incroci e selezioni,
per la prima volta prodotto in Italia
È nata all’Università di Udine la prima varietà di kiwi a polpa gialla prodotta in Italia. Da incroci eseguiti nel 1997, dopo cinque anni di selezione presso l’Azienda agraria universitaria “Servadei” e due anni di valutazione in diverse località italiane, il frutto è ora protetto da brevetto europeo. La nuova selezione di kiwi sarà presentata agli operatori del settore mercoledì 12 dicembre alle 11 presso l’Azienda agraria universitaria, in via Pozzuolo 324 a Udine. Gli interessati possono comunicare la propria partecipazione entro le 12 di martedì 11 dicembre telefonando allo 0432 531097 o inviando una e-mail di conferma all’indirizzo aziendagraria@uniud.it.
«L’Università di Udine - dice Raffaele Testolin, professore alla facoltà di Agraria di Udine e inventore, con Guido Cipriani, della nuova varietà di kiwi - intende licenziare la nuova varietà a polpa gialla, assegnando i diritti di moltiplicazione non in esclusiva a consorzi di produttori e vivaisti interessati». La nuova selezione ha un aspetto attraente, con polpa di colore giallo intenso. La pezzatura dei frutti è superiore ai cento grammi. «Il frutto – spiega Testolin - matura precocemente tanto da poter essere raccolto tra la fine di settembre e i primi di ottobre, in largo anticipo sulla maggior parte delle selezioni sia a polpa verde che a polpa gialla». All’assaggio (panel test) condotto per 5 anni è risultata ugualmente interessante.
Si tratta della prima varietà di kiwi prodotta dall’Ateneo friulano. Nell’ambito degli studi sul kiwi, precedentemente si sono ottenuti altri due risultati; la proposta delle due varietà maschili Autari e Belen come impollinatori di altre varietà femminili e il licenziamento ai produttori europei di una varietà di kiwi cinese, il Jintao, valutata in Europa nell’ambito di un programma dell’Unione Europea coordinato dai ricercatori dall’Università di Udine, i cui diritti di moltiplicazione erano andati all’Istituto di Botanica di Wuhan, in Cina. «La notizia – ricorda Testolin -, fece scalpore in Cina, e la cooperazione tra l’Università di Udine e l’Istituto di Botanica di Wuhan risultò citata sulla stampa cinese come esempio di ‘good practice’ (buona pratica), rispettosa della proprietà e del diritto di sfruttamento delle risorse genetiche da parte dei paesi emergenti».