Il programma di formazione capitanato dall’ateneo di Udine
Studenti dalla Georgia al Friuli, al via un progetto di scambi
Apripista un’alunna della Caucasus School of business
La ragazza è a Gorizia con la borsa di studio dell’ambasciata italiana
Partner del progetto che prevede un programma di scambi più ampio per il futuro, la Csb è stata fondata nel 1998 attraverso un consorzio fra le università georgiane (Tblisi State University, Georgian Technical University, Tblisi State Institute of economic relations – in partnership con la Georgia State University di Atlanta negli Usa: oggi la Caucasus school of business conta oltre 1150 studenti. Nana ha approfittato subito dell’occasione di studiare in Italia: «All’Università è arrivata la lettera dell’ateneo friulano che dava la possibilità a uno studente di trascorrere otto mesi all’Università di Udine a Gorizia, con una borsa di studio. Per me rappresentava una bella occasione. E’ stato indetto il bando di concorso, è stata valutata la mia carriera scolastica, ho fatto un colloquio all’ambasciata italiana ed è andata bene. A Gorizia mi aspetto di fare un’esperienza non solo di studio ma anche “umana”. Voglio abitare in una città dove tutto è a posto e fare quello che mi piace. Voglio che la gente mi conosca per quella che sono, voglio essere più libera e felice e imparare tutto quello che posso».
Nana, che parla molto bene la nostra lingua, era già stata in Italia a nove anni, ospite di una famiglia siciliana. «Ci siamo piaciuti subito reciprocamente e da quel momento sono andata da loro ogni estate. Mi hanno permesso di frequentare la Scuola italiana in Georgia e tuttora mi aiutano economicamente. Adesso che ho vinto questa borsa di studio, mi piacerebbe finire l’università in Italia, vorrei lavorare qui e far venire i miei genitori e mio fratello, che adesso si trova in Ucraina. Mi piacerebbe che ci stabilissimo tutti in questo Paese. L’Italia mi è piaciuta da subito, fin da quando ero piccola; ora per me è come una seconda patria. I siciliani che mi hanno ospitato li chiamo mamma e papà». Nata e cresciuta in un momento di grande travaglio del suo Paese, la studentessa georgiana ora ospite dell’ateneo di Udine a Gorizia non ha avuto una vita facile: «A tre anni ho avuto una malattia che mi aveva fatto perdere la capacità di camminare e di parlare e ho dovuto imparare tutto da zero. La guerra è stata un’esperienza terribile. Non ho avuto un’infanzia felice: non pensavo come i bambini di quell’età: i miei pensieri erano più grandi di almeno cinque anni. Ho dovuto ricostruire la mia vita e quella dei miei genitori. Ora abbiamo grossi problemi con la Russia, stanno buttando fuori i georgiani dal territorio, stanno chiudendo le scuole, può essere che inizierà la guerra. Cosa sogno per il mio Paese? Ci sono tante persone che hanno fame: vorrei che avessero cibo e una casa, vorrei vedere le facce felici della gente».