Dopo il triennio in Ingegneria meccanica

Nasce a Pordenone la prima laurea in Ingegneria dell'innovazione industriale

Due anni per un corso di studi unico in Italia

        Nasce a Pordenone Ingegneria dell’innovazione industriale, il corso di laurea specialistica voluto e attuato dall’Università di Udine in sinergia con il Consorzio universitario e il mondo industriale, pensato per la formazione di “cervelli” in grado di sopportare la sfida della competitività che poggia sull’innovazione. “L’iniziativa ha un’importanza epocale strategica per la crescita dell’Università di Udine a Pordenone – ha dichiarato il rettore Furio Honsell – e darà l’avvio ancora di più di quanto è stato finora attuato, a quello che tecnicamente si definisce incardinamento, cioè ad una massiccia presenza permanente di docenti universitari nel polo di via Prasecco. Il corso di laurea è unico nel suo genere e si inserisce nelle attività della componentistica con una connotazione di forte innovazione industriale che caratterizza il Pordenonese. Apprezzo il generoso sforzo del Consorzio universitario di Pordenone – ha proseguito il magnifico rettore dell’ateneo friulano – e auspico che possa proseguire la proficua collaborazione che si è instaurata con tutta la dirigenza”. 

        La “squadra” di docenti nel campus della Destra Tagliamento prevede un pool di ricercatori di eccellenza che fanno capo ai laboratori dell’ateneo udinese e sei nuovi ricercatori da reclutare negli altri atenei o enti di ricerca nazionali ed internazionali, grazie al significativo finanziamento erogato dal Consorzio Universitario di Pordenone. Grazie a tutti loro, Pordenone potrà essere popolata da nuclei di ricerca dedicati allo sviluppo di richieste provenienti dal mondo industriale. I nuovi laureati che desiderano approfondire le proprie conoscenze, potranno in loco sfruttare le possibilità offerte dagli assegni di studio e dai dottorati di ricerca. 

        “Il nuovo percorso di studi che completa il triennio in Ingegneria meccanica a Pordenone da tredici anni – ha precisato Stefano Filippi, docente incaricato di facoltà per la nuova laurea magistrale – è pensato per costituire un collegamento tra la concezione classica della didattica universitaria e un approccio molto dinamico alla stessa, in linea con il rapido evolversi del mercato del lavoro. E’ a tutti gli effetti una sorta di scommessa, per ora unica a livello nazionale - esistono esperienze simili solo a livello di master universitari e di dottorati di ricerca - che richiederà al corpo docente particolare impegno nel mantenere i contenuti degli insegnamenti in linea con il progresso nei diversi settori della ricerca applicata e dell’innovazione”. 

        “Due sono state le cause concomitanti che hanno portato al fondamentale progresso nella formazione ingegneristica a Pordenone – così si è espresso il direttore del Centro polifunzionale dell’Università di Udine a Pordenone, Pier Carlo Craighero – la prima è l’esigenza di un ulteriore approfondimento culturale e tecnologico espressa dai giovani, studenti o neolaureati di laurea triennale, culminata nella presentazione di un’istanza al rettore con oltre duecento firme; l’altra è il vivo interesse da parte del vasto comparto aziendale, che in Pordenone ha il suo centro, per una figura nuova e vincente di tecnologo al passo con le pressanti esigenze locali e globali della produzione moderna”. 

        La laurea in Ingegneria dell'innovazione industriale è di quelle che danno garanzia del risultato, ovvero all'inserimento a breve nel contesto industriale. Non dimentichiamo che il profilo professionale individuato è stato delineato in concerto con rappresentanti del mondo industriale pordenonese, tra cui lo stesso Dino Baggio del Consorzio universitario, responsabile del laboratorio ricerca e sviluppo della divisione lavaggio del gruppo Electrolux. 

        Vediamo più da vicino la nuova laurea magistrale. “Questo corso di studi – fa chiarezza Filippi – intende infondere una mentalità innovativa, ovvero un’impostazione metodologica fortemente votata da una parte allo spirito critico per il rilievo dei problemi e delle possibili leve di intervento e, dall’altra, ad una gestione ottimale delle idee risolutive e degli spunti, magari provenienti da esperienze in ambiti completamente diversi, che nella maggior parte dei casi costituiscono quel travaso di conoscenza che uniforma e fa risparmiare fatica, tempo e denaro. Per quanto riguarda i contenuti specifici, il percorso formativo vedrà quattro macroaree di studio, la meccanica, l’elettronica/automazione, l’area gestionale e l’interazione uomo-macchina”. 

        Gli sbocchi professionali saranno molteplici, la connotazione trasversale delle competenze acquisite nel biennio porteranno i nuovi laureati ad inserirsi in realtà aziendali, di qualsiasi dimensione. Sicuramente i giovani, al termine degli studi, saranno chiamati dalle grandi aziende partner dell’iniziativa, ma ci si dovrà anche chiedere se le piccole e medie imprese, le botteghe artigiane, sapranno fare un sapiente uso delle competenze dell’ingegnere dell’innovazione industriale.

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