Convegno giovedì 8 giugno alle 9.30 a Palazzo Antonini, Udine

Film e documentari etnografici: la produzione slovena

Vita, tradizioni, emigrazione e post terremoto
tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia

        Le tradizioni e le feste popolari a cavallo tra Friuli Venezia Giulia e Slovenia, la vita quotidiana di un vecchio pescatore sul litorale triestino, l’esperienza dell’emigrazione in Belgio, le conseguenze sociali e ambientali del terremoto del ’76 nelle Valli del Natisone, l’identità di Gorizia e Nova Gorica. Sono alcune delle storie e dei temi affrontati nei film e documentari etnografici sloveni, prodotti in Friuli Venezia Giulia e in Slovenia, che saranno presentati giovedì 8 giugno, alle 9.30, nella sala Convegni di Palazzo Antonini, in via Petracco 8, a Udine nell’ambito del convegno “Il film etnografico e documentario sloveno”. Alla rassegna, organizzata dai dipartimenti di Lingue e civiltà dell’Europa centro-orientale e di Economia, società e territorio dell’università di Udine, parteciperanno cineasti, ricercatori, critici ed esperti che analizzeranno il panorama contemporaneo del settore visuale dell’area slovena. Il convegno si svolge in occasione del centenario della nascita dell’etnologo Niko Kuret (Trieste, 1906 – Lubiana, 1995), iniziatore del film etnografico sloveno.

L’incontro sarà introdotto dagli interventi del rettore, Furio Honsell, dei direttori dei due dipartimenti, Gian Paolo Gri e Giorgio Ziffer, e del coordinatore scientifico del convegno, Roberto Dapit, docente di Lingua e letteratura slovena presso l’ateneo udinese. La prima parte sarà un omaggio a Niko Kuret: Naško Križnar parlerà di “Niko Kuret e gli esordi del film etnografico sloveno”, saranno quindi proiettati una intervista di Valter Colle a Niko Kuret e il primo film etnografico sloveno “I lavfarji di Cerkno” (con traduzione simultanea in italiano). Il film, prodotto nel 1956 dallo stesso Kuret, ricostruisce il carnevale di Cerkno, uno dei più noti in Slovenia. I lavori della mattina proseguiranno con le proiezioni di quattro film etnografici.

“Leto oračev – A Year of the Ploughmen” (sottotitoli in inglese, durata 38’). Autore Naško Križnar, produzione dell’Avdiovizualni laboratorij Inštituta za slovensko narodopisje di Lubiana. Gli ‘aratori’ sono delle figure mascherate che nei giorni di carnevale visitano le case di Haloze. Il film presenta la fase di preparazione e il rituale seguito dalle maschere. I membri del gruppo si incontrano durante tutto l’anno conservando questa tradizione come una parte importante della propria eredità culturale.

"Spomini nabrežinskega ribiča – Memories of a Nabrežina Fisherman” (sottotitoli in inglese, durata 13’). Realizzazione di Nadja Valentinčič Furlan, produzione del Slovenski etnografski muzej. Zdravko Caharija Babčev vive ad Aurisina e racconta la storia della propria vita, ricordando la pesca al tonno in cui veniva impiegata un’antica barca di legno utilizzata sul litorale triestino.

“Goriška pustovanja a.d. 2002 – Goriška Shrovetide Carnival a.d. 2002” (sottotitoli in inglese, durata 38’). Sceneggiatura e regia di Darja Skrt; produzione del Goriški muzej. Il film documenta il carnevale in varie località nell’area del goriziano sloveno, mettendo in evidenza alcuni casi tipici di evoluzione del carnevale, dalle forme tradizionali a quelle contemporanee.

“Iz tišine. Moje potovanje skozi čas – Dal silenzio. Il mio viaggio nel tempo” (sottotitoli in italiano, durata 41’). Autore Roberto Dapit; produzione dell’Avdiovizualni laboratorij Inštituta za slovensko narodopisje di Lubiana. Riproduce uno sguardo comparativo sullo stato della cultura spirituale e materiale in uno spazio che da Resia, attraverso Benecia e Istria, arriva fino in Croazia.

La Summer school of the visual di Nova gorica, presenterà, quindi, il documentario “Tudi jaz delam! – Lavoro anch’io!” (durata 13’). Gli autori, Vida Valenčič e Stefano Morandini, hanno voluto raccontare, attraverso gli occhi degli utenti, l’attività del servizio studentesco a Nova Gorica. La sessione pomeridiana, dedicata al documentario etnografico, inizierà alle 15 con una riflessione di Francesco Pitassio su “Identità, visione, documentazione” e proseguirà con la proiezione di quattro documentari.

“Starmi cajt – Il tempo ripido” (sottotitoli in italiano, durata 28’). Regia di Alvaro Petricig, produzione del Circolo di cultura Ivan Trinko. Gli effetti del terremoto del ’76 nelle Valli del Natisone, raccontati attraverso immagini super8, fotografie dell’epoca e i ricordi degli anziani, offrono lo spunto per una riflessione sui cambiamenti paesaggistici, economici e sociali avvenuti in quest’area.

“«…san sanju, de pride an dan…» – «…ho sognato che verrà un giorno…»” (sottotitoli in italiano). Sceneggiatura e regia di Martina Repinc, produzione della struttura di programmazione in lingua slovena della sede Rai del Friuli Venezia Giulia. L’esperienza dell’emigrazione italiana in Belgio viene rivissuta da 12 testimoni provenienti dalle Valli del Natisone, emigrati fra il 1946 e il 1955. Dodici storie, dodici racconti dei viaggi in treno, della situazione disastrosa delle abitazioni, del lavoro sotterraneo e delle malattie, ma anche dell’amore, dei matrimoni, delle feste, del sentirsi a casa sia nel paese d’origine sia in quello d’adozione.

“Mesto na Travniku – La città sul prato” (sottotitoli in italiano). Sceneggiatura e regia di Nadja Velušček e Anja Medved; produzione del Kinoatelje di Gorizia. Documentario che riflette sull’identità di Nova Gorica dando voce agli stessi abitanti e quanti l’hanno costruita, in un momento storico in cui il confine sta perdendo il proprio significato.

“La linea bianca – Bela črta” (durata 45’). Regia di Claudia Brugnetta, produzione Raitre Friuli Venezia Giulia. E’ la storia di due città gemelle, Gorizia e Nova Gorica; un’indagine sugli aspetti più complessi del territorio dell’antica contea.

Condividi

Stampa