Ricercatori dell’università di Udine tra i migliori al mondo

Docente del campus di Pordenone al Fermilab di Chicago

Il progetto di Giordani: «A Pordenone tesi
sperimentali di ingegneria applicata alla fisica»

        Prosegue l’attività di ricerca all’estero ai massimi livelli dei docenti dell’università di Udine che insegnano al campus di Pordenone. Di ritorno da Tokyo, dove è stato uno dei relatori a Dis2006, una delle conferenze internazionali di maggior rilievo sulla fisica delle alte energie, il docente di Ingegneria meccanica al Centro polifunzionale di Pordenone, Mario Paolo Giordani, ora si è spostato a Chicago e, precisamente, al Fermilab, il laboratorio dedicato ad Enrico Fermi, dove la prossima settimana ricoprirà il ruolo di coordinatore scientifico di uno degli esperimenti del Tevatron, l’acceleratore di particelle più potente del mondo. 

        In questo ambiente internazionale, dove operano tra i più preziosi scienziati al mondo (tra cui il premio Nobel per la fisica 1988 Leon Ledermann) e in cui nel 1996 è stato osservato per la prima volta il quark top – una delle più entusiasmanti scoperte del nostro secolo – Mario Paolo Giordani sta studiando gli eventi raccolti da CDF, uno dei due grandi rivelatori di collissioni protone-antiprotone del Fermilab; assieme a Giovanni Pauletta, leader del gruppo di ricerca CDF dell’università di Udine, Giordani investiga le proprietà del Modello Standard – la teoria che descrive i componenti primi della materia e le loro interazioni – alla ricerca di nuovi fenomeni. 

        Giordani è approdato a Udine dopo tre anni di attività in qualità di ricercatore dell’università della California, campus di Davis; dopo essersi occupato delle problematiche relative alla ricerca del bosone di Higgs – l’ultimo componente mancante del Modello Standard –, si è dedicato alla fisica esotica, ovvero quel ramo della fisica delle particelle che si spinge oltre il Modello Standard. Oltre all’attività di analisi dei dati raccolti da CDF, Giordani ha ricoperto incarichi di responsabilità nell’ambito del sistema di acquisizione dati dell’esperimento, contribuendo altresí allo sviluppo del software di supporto. Egli, inoltre, collabora – assieme a Carlo Del Papa e Marina Cobal, entrambi docenti dell’ateneo friulano – al progetto Atlas del Cern, il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, al confine tra Svizzera e Francia, alla periferia ovest di Ginevra. 

        L’esperimento Atlas coinvolge duemila tra scienziati e ingegneri di 34 Paesi con l’obiettivo di esplorare la frontiera della fisica delle particelle elementari.A Pordenone, oltre ad insegnare Fisica generale I, il ricercatore dell’università di Udine ha in mente un grande progetto: creare un flusso di studenti, i migliori del campus, da orientare alla ricerca, attraverso tesi di laurea mirate ad approfondire gli aspetti ingegneristici associati alla costruzione e al funzionamento degli apparati sperimentali utilizzati in fisica delle alte energie.

Condividi

Stampa