3 aprile 2006
Fino a venerdì 7 aprile
Studenti di infermieristica in Finlandia
Si confronteranno con studenti e docenti italiani,
finlandesi e scozzesi sul nursing di famiglia
Gli studenti del corso di laurea in Infermieristica dell’università di Udine con sede a Pordenone sono in questi giorni sbarcati in Finlandia per partecipare ad un programma intensivo sul nursing di famiglia. Nella cittadina di Lahti nella regione dei grandi laghi, Ilenia Mores, Tiziana Plazzotta, Iraly Maniago, Gregorio Segatto, Stefania Pastres e Valentino Facca, accompagnati dalla loro docente, Cristina Tommasini, presenteranno anche i loro progetti di transculturalità e si confronteranno con le esperienze di altri studenti e docenti italiani, scozzesi e finlandesi. Il giovane Valentino Facca – come gli altri ragazzi al suo terzo anno a Pordenone – continuerà in Finlandia il programma Socrates di studio e tirocinio per un periodo di tre mesi.
«Avremo modo di discutere – spiega Cristina Tommasini – dei progetti e degli strumenti in uso per l’assistenza domiciliare nei distretti sanitari della provincia di Pordenone, grazie alla collaborazione con l’Ass 6 e le strutture della provincia di Pordenone che hanno ospitato i nostri studenti in tirocinio e hanno permesso loro di avere interessanti esperienze in questo ambito». A Lahti si parlerà anche di transculturalità e immigrazione. Non si può, infatti, in ambito sanitario, non tenere conto delle abitudini degli extracomunitari, dei loro usi e costumi. Quando entrano nei nostri ospedali, gli stranieri si trovano molto spesso davanti ad un’assistenza che non è la loro, ad un’accoglienza diversa, a situazioni inimmaginabili.
Quando si parla di immigrazione e di salute, infatti, entra in gioco sempre un’altra variabile, la comunicazione. Non dimentichiamo, inoltre, che una circolare ministeriale che risale al 24 marzo 2000, chiarisce ulteriormente le indicazioni contenute nelle ultime due edizioni del Piano sanitario nazionale (PSN) che hanno evidenziato una politica sanitaria estremamente attenta e pragmatica. Si è definita l'inclusione a pieno titolo degli immigrati in condizione di regolarità giuridica nel sistema di diritti e doveri per quanto riguarda l'assistenza sanitaria, a parità di condizioni e a pari opportunità con il cittadino italiano. Il presidente del corso di laurea di Pordenone, il professor Alfonso Colombatti, nel dichiararsi estremamente soddisfatto che gli studenti abbiano accettato questa esperienza internazionale pur se breve, rileva come il personale che opera nella sanità necessiti oggi di continui scambi con operatori stranieri per meglio applicare e confrontare conoscenze ed esperienze.
«Avremo modo di discutere – spiega Cristina Tommasini – dei progetti e degli strumenti in uso per l’assistenza domiciliare nei distretti sanitari della provincia di Pordenone, grazie alla collaborazione con l’Ass 6 e le strutture della provincia di Pordenone che hanno ospitato i nostri studenti in tirocinio e hanno permesso loro di avere interessanti esperienze in questo ambito». A Lahti si parlerà anche di transculturalità e immigrazione. Non si può, infatti, in ambito sanitario, non tenere conto delle abitudini degli extracomunitari, dei loro usi e costumi. Quando entrano nei nostri ospedali, gli stranieri si trovano molto spesso davanti ad un’assistenza che non è la loro, ad un’accoglienza diversa, a situazioni inimmaginabili.
Quando si parla di immigrazione e di salute, infatti, entra in gioco sempre un’altra variabile, la comunicazione. Non dimentichiamo, inoltre, che una circolare ministeriale che risale al 24 marzo 2000, chiarisce ulteriormente le indicazioni contenute nelle ultime due edizioni del Piano sanitario nazionale (PSN) che hanno evidenziato una politica sanitaria estremamente attenta e pragmatica. Si è definita l'inclusione a pieno titolo degli immigrati in condizione di regolarità giuridica nel sistema di diritti e doveri per quanto riguarda l'assistenza sanitaria, a parità di condizioni e a pari opportunità con il cittadino italiano. Il presidente del corso di laurea di Pordenone, il professor Alfonso Colombatti, nel dichiararsi estremamente soddisfatto che gli studenti abbiano accettato questa esperienza internazionale pur se breve, rileva come il personale che opera nella sanità necessiti oggi di continui scambi con operatori stranieri per meglio applicare e confrontare conoscenze ed esperienze.