Investiti 4 milioni di euro. Una mostra racconta il restauro

L'Università restituisce Palazzo Caiselli alla città

Dopo 4 secoli portati alla luce affreschi e decorazioni del 1400

        Ci sono marmorini su sfondi rosa e verde acqua databili al 1750. C’è la cosiddetta “stanza blu” di fine ‘800 con un paramento a strisce di stoffa dipinta con pennacchi e decorazioni floreali blu. E poi ci sono scene di amorini e figurine di donne sul soffitto di quella che doveva essere la stanza da letto. E ci sono anche la “stanza delle cineserie” con decorazioni di gusto orientaleggiante e la “stanza serra” di gusto settecentesco con una finta cupola di vetro dipinta sul soffitto e sgargianti fiori con corolle rosse alle pareti. L’elenco potrebbe continuare a lungo perché sono numerose le testimonianze dell’arte friulana del 1700 e del 1800 emersi da palazzo Caiselli, l’antica dimora dei conti di origine bergamasca trasferitisi a Udine nel 1600, ubicato in via Palladio, a due passi da palazzo Florio, sede del rettorato dell’ateneo friulano. L’università di Udine ha riportato alla luce affreschi e decorazioni (alcuni dei quali databili fino al 1400) grazie ad un imponente opera di restauro, restituendo l’edificio alla città dopo quattro secoli.
 
        L’edificio, che sarà destinato al dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali dell’ateneo, è stato inaugurato alla presenza del rettore Furio Honsell, dell’assessore regionale Roberto Cosolini, del sindaco Sergio Cecotti, del presidente della Provincia Marzio Strassoldo, della preside della facoltà di Lettere, Caterina Furlan e del direttore del dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali, Arnaldo Marcone. Sono intervenuti l’architetto Pietro Ruschi, docente di Materiali, caratteri costruttivi e restauro dell’edilizia storica dell’ateneo friulano che ha spiegato il restauro del palazzo.
 
         Il restauro. L’ateneo ha acquisito l’edificio nel fra il 1984 e il 1989, per poi avviare nel 1996 il progetto e, a partire dal 2001, il restauro, investendo per i lavori una somma di oltre 4 milioni euro, dei quali un milione di euro per il solo restauro, e impiegando maestranze altamente specializzate, fra i quali otto restauratori diplomati all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, coordinati da Sabino Giovannoni, per anni capo restauratore della stessa scuola alla cui mano furono affidati Giotto e Masaccio. Il progetto è stato curato dal professor Pietro Ruschi della facoltà di Lettere, dall’ingegner Giampaolo Proscia dei servizi tecnici generali e dall’ingegner Giuseppe Sturaci per la parte strutturale. Fra le tante testimonianze riemerse, sono ancora da segnalare il soffitto ligneo cinquecentesco, completamente decorato con motivi floreali e geometrici. Nel salone centrale sarà restaurata la volta, che presenta una complessa decorazione a marmorino dipinto con pallide tonalità di verdi e rosa, articolata esattamente secondo il disegno della cornice della grande tela di Giambattista Tiepolo raffigurante "La nobiltà e la virtù che trionfano sull'ignoranza" (oggi nei Musei Civici di Udine). Infine, sono state completamente ripulite al primo piano le grandi pitture parietali eseguite nel 1802 dal "quadraturista" padovano Marino Urbani, completate qualche anno dopo con piccoli, vivaci inserti figurativi dal veneziano Giambattista Canal, autore del soffitto con "Apollo che guida il carro del sole".
 
         Il palazzo. Il palazzo si sviluppa su una volumetria di 17.581 metri cubi ed una superficie di 2.898 metri quadri su tre piani. L’edificio ospiterà 38 uffici e 13 laboratori. Al piano terra saranno riuniti tutti i laboratori del dipartimenti, finora sparsi in diversi edifici della città: fotografico, archeologico, informatico per la documentazione storico-artistica, di restauro dei manufatti storico-artistici, di restauro del libro, didattica per il cinema, la fototeca. Il primo piano è stato suddiviso in tre parti: quella monumentale, costituita dallo scalone e dal salone destinato a particolari occasioni come conferenze, prolusioni, celebrazioni e quella amministrativa, dove sarà collocata la sede del direttore del dipartimento e la segreteria, oltre agli studi dei docenti. Il secondo piano sarà in parte destinato a vani tecnici e in parte utilizzato per gli studi dei docenti. Un’attenzione particolare, nella redazione del progetto, è stata posta per rendere l’immobile accessibile ai disabili.
 
        I rifacimenti del passato. Il palazzo fu protagonista di numerosi interventi nel corso della storia. Acquisito dai conti Caselli a metà ‘600, l’edificio fu affidato al “muraro” Giovan Battista Stella che si limitò però a lavori di trasformazione interna, per uniformare e rendere funzionali i diversi edifici. Intorno alla metà del Settecento seguì una seconda fase di lavori, che riguardò il prospetto del palazzo sull’attuale via Caiselli e, soprattutto, la realizzazione della decorazione interna di gusto rococò, eseguita con largo uso di marmorini colorati e imperniata sulla collocazione della grande tela di Tiepolo. Solo nel 1799, l’architetto francese Jean Le Terrier de Manetot realizzò la facciata in stile neoclassico. Poco dopo anche molte sale venivano decorate dagli artisti udinesi Marino Urbani, Giambattista Canal, Giuseppe Del Negro. In quegli anni, grazie a ulteriori acquisti, l’intero isolato divenne proprietà dei conti Caiselli che, nel 1852, affidarono all’architetto udinese Andrea Scala la costruzione delle nuove scuderie e l’accesso monumentale sul vicolo Florio. L’immagine del palazzo, tuttavia, ha subito rilevanti alterazioni intorno alla metà degli anni cinquanta del secolo passato, quando nella facciata e nel fronte su via Caiselli fu aperta un massiccio porticato per ospitare negozi ed uffici, mentre l’interno venne manomesso con tramezzi e imbiancature.
 
            La mostra. Una mostra fotografica ripercorre le tappe del restauro e sarà visitabile fino al 24 gennaio con la presenza di guide qualificate che accompagneranno i visitatori lungo il percorso della mostra e illustreranno i pannelli fotografici. Su 24 pannelli oltre 200 immagini illustrano i momenti più importanti del restauro e mostrano le stanze del palazzo prima e dopo l’opera del restauro. La mostra resterà aperta per i sei giorni successivi all’inaugurazione con i seguenti orari: giovedì 19, sabato 21 e martedì 24 dalle 9 alle 13, venerdì 20 e lunedì 23 dalle 15 alle 19 e domenica 22 dalle 14 alle 18. Per informazioni e prenotazione visite gruppi/scolaresche contattare Daniela Fabrici, 0432 556610 / 338 810 79 81, daniela.fabrici@amm.uniud.it.

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