Dottore honoris causa in Scienze economiche

Pierluigi Di Piazza laureato imprenditore di solidarietà

Honsell: «Un campione di solidarietà e impegno»
Alla cerimonia hanno assistito oltre 350 persone

        «Solo guardando l’economia con gli occhi degli impoveriti, degli esclusi, dei colpiti, delle vittime; solo partecipando alla loro condizione, solo condividendo la loro sorte e camminando con loro in concreti progetti di liberazione si potrà cominciare a intravedere l’alba della salvezza dell’umanità». È questo il messaggio lanciato in un’aula magna gremita di oltre 350 persone dall’“imprenditore di solidarietà” don Pierluigi Di Piazza, laureato honoris causa in Scienze economiche dall’università di Udine per il suo essere “ispiratore, realizzatore e infaticabile animatore del Centro di accoglienza per stranieri Ernesto Balducci: un contenitore di concreta solidarietà, ma anche centro di elaborazione culturale di rilievo internazionale sui temi della pace, della non violenza e dell’incontro con il diverso”. 

        «Don Di Piazza è un campione di impegno e di solidarietà», ha detto il rettore, Furio Honsell, «interprete di una trasformazione dell’economia perchè restituisca a tutti le pari opportunità nel rispetto delle future generazioni e, allo stesso tempo, interprete in tutto il mondo del Friuli dell’umanità e della solidarietà oltre che della operosità». Il Centro Balducci, nato nel 1989 a Zugliano, piccolo centro del Comune di Pozzuolo del Friuli, intitolato a padre Balducci nel 1992, ospita attualmente una cinquantina di uomini e donne provenienti da tutte le parti del mondo: immigrati, profughi e rifugiati politici. 

        «Favorire l’umanizzazione del mondo», nella convinzione che «oggi il realismo più veritiero è quello dell’utopia da tradurre in programma e scelte storiche concrete», è una scelta obbligata secondo don Pierluigi per passare dall’«economia di morte all’economia di vita», che è poi quella «economia della solidarietà» sperimentata come possibile proprio dal Centro Balducci. Un’economia di vita che, secondo Di Piazza, consiste anche nell’«investire in istruzione, ricerca, cultura, sanità». Nella sua lectio doctoralis, “Un’economia di solidarietà per umanizzare il mondo”, il neo dottore magistrale honoris causa ha spiegato che «il futuro, con la valorizzazione delle culture, delle competenze, delle abilità del lavoro delle persone e delle comunità potrà, a poco a poco, diventare più umano se i diversi saperi, la scienza, la tecnologia, la telematica, saranno verificati dall’etica del bene comune e non continuando ad aumentare i privilegi di una piccola parte del mondo».

«Pace e solidarietà – ha spiegato la professoressa Marina Brollo nella laudatio – sono le parole chiave dell’itinerario e dell’impegno di Di Piazza, che ruota intorno al fulcro dell’incontro con la diversità dell’“altro”». Il parroco di Zugliano, nato 58 anni fa fra le montagne della Carnia, a Tualis di Comeglians, è infatti «un prete che crede in una Chiesa profetica e missionaria – ha ricordato Brollo –, umile e coraggiosa, materialmente povera, ma ricca di fede, di disponibilità e soprattutto di accoglienza. Accoglienza verso gli esclusi, i perdenti, le vittime, per farli diventare protagonisti della storia». Da qui il tema cruciale dell’immigrazione.

Di Piazza, insomma, ricorda a noi tutti «il presente non risolto della nostra società sempre più globalizzata – ha sottolineato Marina Brollo – mettendosi dalla parte dei più deboli, degli animi feriti». Il riferimento principale della sua vita, come spesso il sacerdote ama ricordare, è la Parola del Vangelo e la celebrazione dell’Eucarestia strettamente unite all’incontro con le persone. Una figura, quella di don Pierlugi, che la professoressa Brollo riassume in due immagini: «il prete radicato nella sua comunità di fede, con il coraggio di guardare sempre avanti; l’uomo che, per costruire un mondo migliore, “vola in alto” ma con i piedi ben piantati nella sua terra friulana».

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