29 dicembre 2005
Nuova tecnologia di riciclaggio dei rifiuti organici
La Banca Mondiale premia il progetto di compostaggio dell'ateneo friulano
E’ il progetto eco-compatibile più innovativo
del 2005 in Vietnam
La Banca Mondiale lo ha giudicato il progetto più innovativo del 2005 nell’ambito del programma di assistenza all’innovazione eco-compatibile, “Enviromental action”, che sta attuando in Vietnam. È il progetto di ricerca sul compostaggio dei rifiuti organici che la facoltà di Agraria dell’università di Udine ha in corso da cinque anni in collaborazione con l’Agricultural University di Hanoi. Il nuovo metodo di compostaggio riduce gli effetti dell’inquinamento sui prodotti della terra eliminando i batteri patogeni nel compost e bloccando i metalli pesanti eventualmente presenti nel materiale “riciclato”. Viene così favorita la produzione di ortaggi freschi, che sono alla base dell’alimentazione dei vietnamiti, con positive ricadute sulla salute dei consumatori.
«Questo risultato – commenta il coordinatore del progetto, Mario Gregori, docente di Economia agraria all’ateneo friulano – è la conferma del fatto che è possibile un riciclo sicuro e poco costoso dei rifiuti organici. Ed è quello che abbiamo cercato di dimostrare in sei anni di lavoro con un progetto di ricerca interdisciplinare che fa leva sulla messa a punto di tecnologie opportune e sull’educazione della popolazione alla raccolta differenziata». Decisivo, infatti, è stato il ruolo giocato dagli abitanti del quartiere Giam Lam di Hanoi che hanno compreso l’utilità dell’iniziativa. Partecipando attivamente al progetto hanno permesso di attuare una raccolta differenziata dei rifiuti organici evitando di ottenere un materiale in cui si mischiano altri tipi di rifiuti. Problema che rende molto spesso inutilizzabile come fertilizzante il compost prodotto.
«La tecnologia messa a punto – spiega la responsabile scientifica Maria De Nobili, docente di Chimica del suolo – rappresenta un’alternativa per niente inquinante e poco costosa. Si tratta infatti di una tecnologia sub-ossica che rispetto a quelle tradizionali ha due grandi vantaggi: non causa la formazione di gas, come avviene nel compostaggio aerobico, né comporta alti dispendi energetici come in quello aerobico. Ora speriamo di riuscire a sperimentarla anche in Friuli Venezia Giulia dove il compostaggio dei rifiuti solidi urbani non ha attecchito proprio a causa di questi problemi».
«Questo risultato – commenta il coordinatore del progetto, Mario Gregori, docente di Economia agraria all’ateneo friulano – è la conferma del fatto che è possibile un riciclo sicuro e poco costoso dei rifiuti organici. Ed è quello che abbiamo cercato di dimostrare in sei anni di lavoro con un progetto di ricerca interdisciplinare che fa leva sulla messa a punto di tecnologie opportune e sull’educazione della popolazione alla raccolta differenziata». Decisivo, infatti, è stato il ruolo giocato dagli abitanti del quartiere Giam Lam di Hanoi che hanno compreso l’utilità dell’iniziativa. Partecipando attivamente al progetto hanno permesso di attuare una raccolta differenziata dei rifiuti organici evitando di ottenere un materiale in cui si mischiano altri tipi di rifiuti. Problema che rende molto spesso inutilizzabile come fertilizzante il compost prodotto.
«La tecnologia messa a punto – spiega la responsabile scientifica Maria De Nobili, docente di Chimica del suolo – rappresenta un’alternativa per niente inquinante e poco costosa. Si tratta infatti di una tecnologia sub-ossica che rispetto a quelle tradizionali ha due grandi vantaggi: non causa la formazione di gas, come avviene nel compostaggio aerobico, né comporta alti dispendi energetici come in quello aerobico. Ora speriamo di riuscire a sperimentarla anche in Friuli Venezia Giulia dove il compostaggio dei rifiuti solidi urbani non ha attecchito proprio a causa di questi problemi».