Il 28 e 29 giugno la II edizione del workshop dell’Ateneo di Udine
Gorizia capitale europea della musica d'antan
La Biennale dei 78 giri porta in città esperti
e appassionati di 5 Paesi Obiettivo:
rifondare l’Ue sui suoni della memoria
L’edizione 2005 del prestigioso workshop internazionale dedicato alla catalogazione e al restauro dei dischi di gommalacca (che, fra i relatori vede esperti del Phonogrammarchiv di Vienna, dell’Accademia delle scienze polacca, dell’Università di Bologna e del conservatorio Verdi di Milano) ha mantenuto la stessa formula vincente che ha fatto il successo della manifestazione nel 2003, affiancando all’esame di aspetti culturali l’approfondimento di specifici temi tecnici, condito con l’ascolto di “chicche” audio uniche e rare, come alcune delle prime incisioni di Enrico Caruso. Obiettivo del seminario offrire un’occasione di confronto sia agli operatori del settore e agli studenti, sia a un pubblico più ampio di collezionisti privati e appassionati di 78 giri. Infatti, l’attività di bibliotecari, esperti di discografia, tecnici del restauro e quella di collezionisti privati tendono a intrecciarsi sempre più strettamente. La meta finale cui tende l’workshop è quella di creare una rete internazionale di collaborazione per definire standard comuni nelle attività di catalogazione e rendere accessibili al pubblico le informazioni sulle discografie di artisti ed etichette.
Novità dell’anno il progetto europeo Connecting Memories, che celebrerà proprio a Gorizia il 30 giugno il meeting dei partecipanti di tutti i Paesi coinvolti. Il progetto, che parte dai documenti sonori come 'immagini acustiche' dell'identità e della differenza intende, seguendo anche le indicazioni dell'anno dell'espansione verso Est dell'Ue, ricercare tracce della storia collettiva dell'Europa in archivi e fondi pubblici e privati. Come spiega Alessandro Argentini dell’Ateneo friulano, «i supporti sonori storici, come i dischi in gommalacca, sono insieme fonte e risorsa della memoria individuale e collettiva; attraverso i loro contenuti, in particolare la musica da intrattenimento rivolta a un pubblico cittadino, hanno influenzato la percezione dell'identità e della differenza, del sé e dell'altro o degli altri. Sulla base di una serie di immagini acustiche scelte opportunamente a tema e destinate alla diffusione, si intende stabilire un collegamento fra diverse culture della memoria». Alcune "immagini acustiche" così raccolte saranno anche nella mostra Belle Epoque imperiale che si inaugura oggi, 24 giugno, ai Musei Provinciali di Gorizia. Il seminario, rivolto a collezionisti, studiosi, operatori di audioteche, biblioteche con fondi musicali, archivi storico-musicali, docenti di discipline musicali, studenti di corsi musicologici e agli interessati del settore, si terrà a Palazzo Alvarez e sarà introdotto, martedì 28 giugno alle 9 dai saluti di Mauro Pascolini, direttore del Centro polifunzionale goriziano dell’Ateneo di Udine, Nicolò Fornasir, presidente del Consorzio per lo sviluppo del polo universitario di Gorizia, dagli assessori provinciali Roberta Demartin e Luciano Migliorini e dall’assessore alla Cultura del Comune di Gorizia Claudio Cressati.