Le ricerche dell’Università di Udine

Dall'America all'Asia: gli studi sui new media di Scienze e tecnologie multimediali

Foresti: “Il dipartimento a Pordenone
è sempre più urgente”

        Pordenone, con il suo corso di laurea innovativo a livello internazionale in Scienze e tecnologie multimediali che l’ateneo di Udine ha attivato presso il Consorzio cittadino, sta diventando sempre più un polo di ricerca nell’ambito delle nuove tecnologie. Un pool di ricercatori esperti di nuovi media, infatti, si sta dimostrando all’avanguardia nel panorama mondiale. Grazie al lavoro di decenni di studiosi dell’ateneo friulano, l’Università di Udine rappresenta l’Italia al Comitato tecnico per le scienze sociali e umanistiche, l’organismo di ricerca che decide quali progetti di ricerca saranno oggetto di finanziamento. “Per portare avanti ricerche di carattere internazionale diviene sempre più necessario – ha indicato il presidente del Consiglio del corso di laurea, Gianluca Foresti – l’insediamento del Dipartimento di Scienze e tecnologie multimediali a palazzo Badini, un traguardo oramai vicinissimo”.

Gli studi sul cellulare e l’uso di Internet
L’Università di Udine e, in particolare, il corso in Scienze e tecnologie multimediale, grazie all’impegno della docente Leopoldina Fortunati è coinvolta nella prima ricerca empirica sull’uso dei cellulari in Cina, in stretta sintonia con il professor Patrick Law del Politecnico di Hong Kong e il professor Shanhua Yan dell’Università di Pechino. Fortunati, che è co-presidente assieme a Richard Ling della Society for the Social Study of Mobile Comunication, del resto, a partire dalla prima conferenza a Manila nel 2002 sull’uso del telefonino, è stata relatrice di punta di una serie di meeting sulle nuove tecnologie con studiosi asiatici, americani ed europei, tra cui l’esperto internazionale Raul Pertierra. I prossimi incontri di ricerca sull’impatto dei new media e soprattutto del cellulare si terranno il 7 e 8 giugno a Hong Kong e in autunno a Pechino.

Tra i progetti che Fortunati ha iniziato da tempo, si è appena concluso il progetto europeo “Sigis” (Strategies of inclusion: gender and the information society) che ha monitorato il ruolo delle donne nella società dell'informazione e le strategie che vari stati europei (Italia, Norvegia, Regno Unito, Olanda e Irlanda) hanno messo in atto per superare il gap che ancora esiste tra uomini e donne rispetto all'accesso e all'uso delle nuove tecnologie. Con l’azione europea “Cost A-20” è stato osservato, invece, l’impatto di Internet sui media tradizionali e in particolare lo stato dell’interattività nei giornali online e l’ibridazione dei vari media. La docente del corso di laurea pordenonese, inoltre, è appena ritornata da New Delhi dove è stata ospite d’onore al Tecnia Institute, dopo essere stata precedentemente a Seul e a Pechino.

Cinema, fotografia e Tv
Il ricercatore e docente pordenonese Marco Rossitti è impegnato in uno studio ambizioso “Tra cinema e televisione. L’inchiesta filmata in Italia anni Cinquanta-Settanta”. La ricerca intende approfondire il genere “ibrido” dell’inchiesta filmata, divisosi, fin dalla sua origine, tra ambito cinematografico e ambito televisivo. Rossitti sta prendendo in esame, in modo particolare, le dinamiche di scambio tra cinema e televisione che hanno informato la produzione italiana di inchieste filmate tra gli anni Cinquanta e gli anni Settanta in termini di risorse umane, scelte tematico-contenutistiche, tipologie discorsive, soluzioni retorico-stilistiche e tecniche. I risultati confluiranno in un saggio monografico a carattere storico-critico, corredato da un database biblio-filmografico distribuito in cd-rom e consultabile in rete.

L’esperto di cinema dell’Università di Udine, inoltre sta conducendo un’altra interessante indagine “Da Paisà a Caro Diario. Cinquant’anni di film ad episodi in Italia”, approfondendo la particolare formula del “film a episodi”, che ha caratterizzato per un cinquantennio la produzione cinematografica italiana, talvolta attraverso co-produzioni con la Francia. Anche in questo caso i risultati confluiranno in un saggio monografico a carattere storico-critico, corredato da un database biblio-filmografico distribuito in cd-rom e consultabile in rete.

Palmari, cellulari e smartphone
Luca Di Gaspero, è il ricercatore dell’Università di Udine che si occupa di sistemi di elaborazione dell’informazione, svolge parte della sua attività di ricerca sulle nuove tecnologie informatiche, in particolare nell’ambito dei sistemi mobili. Attualmente collabora al progetto “MoBe”, il cui scopo è quello di realizzare una piattaforma software per lo sviluppo di applicazioni dipendenti dal contesto destinate a dispositivi mobili, come cellulari, smartphone, computer palmari, ecc.). Inoltre è coinvolto in una proposta di progetto europeo su temi affini assieme all’Università finalandese di Oulu, all’Epfl di Losanna (Svizzera), alla Open University of Netherlands (Paesi Bassi) e al Politecnico di Kaunas (Lituania).

L’attività didattica del docente Di Gaspero riguarda le tecnologie web e, in quest’ambito, è stato relatore di un’interessante tesi di laurea recentemente discussa da Denis Scarpante che riguarda la proposta di una metodologia di valutazione dell’accessibilità, usabilità e funzionalità dei siti web delle pubbliche amministrazioni, e propone un caso di studio che consiste nella valutazione del sito web della Provincia di Pordenone. Questa tesi mostra chiaramente come l’università possa dare un grande contributo alla vita istituzionale delle amministrazioni locali, offrendo studi e riflessioni sui prodotti comunicativi che vengono attivati al servizio dei cittadini.

La tv digitale interattiva terrestre
Uno studio davvero di stretta attualità è quello condotto dal ricercatore in Sociologia dei processi culturali e comunicativi, Paolo Parmeggiani sulla televisione digitale interattiva terrestre nel panorama della convergenza dei nuovi media e del suo rapporto con Internet. Parmeggiani, inoltre, sta portando avanti studi sulla sociologia visuale ed in particolare sulle metodologie di ricerca che utilizzano l’immagine fissa e quella in movimento per documentare specifici aspetti della realtà sociale. Con il progetto “Diva” (Digital Image and audioVisual Analysis) intende definire un protocollo di documentazione e analisi dell’interazione sociale, utilizzando in maniera integrata strumenti audiovisivi ed informatici. Tali strumenti permettono la registrazione e il trattamento qualitativo dei dati e di testare l’efficacia di prodotti audiovisivi e multimediali, analizzando il processo comunicativo in setting reali e con l’interazione diretta degli attori sociali coinvolti. Parmeggiani ha seguito, in particolare, la tesi, molto interessante, di Daniele Sorrenti, “Il dvd-video aspetti tecnologici e di authoring” che ha progettato e realizzato un dvd multimediale che si intitola “S.T.M. Portfolio” e nasce con l’intento di presentare una antologia di materiali audiovisivi e multimediali, realizzati dagli studenti di Scienze e tecnologie multimediali negli ultimi anni.

In anteprima a Valencia un prototipo dell’ateneo udinese
Demis Ballis è il ricercatore che si occupa della verifica formale di siti web. Sta lavorando attualmente al progetto europeo “Ict for EU-India for cross cultural dissemination” che
mira allo sviluppo di collaborazioni scientifiche e scambi fra Europa ed India nelle aree di ricerca inerenti l’integrazione delle nuove tecnologie di comunicazione. Fanno parte del progetto oltre all’ateneo friulano, l’Università di Genova, l’Universidad Politécnica de Valencia (Spagna) e il B.M. Birla Science Center di Hyderabad (India). Ballis che studia le tecniche formali e i linguaggi per la specifica e la verifica automatica di proprietà riguardanti la completezza e la correttezza di siti web, ha sviluppato un modello teorico presentato in alcune conferenze internazionali e un’applicazione per la diagnosi di siti e portali web. A breve verrà presentato a Valencia nel primo workshop internazionale sulla specifica e verifica automatica di siti web (WWV 05), il prototipo dello strumento di diagnosi sviluppato dall’Università di Udine.

Le collaborazioni con il territorio
Non sono poche neppure le collaborazioni che l’Università di Udine, con la sua attività di ricerca, ha attivato sul territorio. Non da ultimo, l’incarico ricevuto dal Comune di Maniago, da parte della docente Roberta Altin di occuparsi della progettazione, organizzazione e allestimento del Museo delle coltellerie e dell’arte fabbrile che verrà ricollocato nelle nuova sede dell’ex-Coricama e che verrà inaugurato quest’anno. Il progetto Coricama prevede una serie di attività scientifiche di catalogazione, già avviate grazie a una convenzione siglata fra il Comune di Maniago, l’Università di Udine e il Centro di Catalogazione Regionale di villa Manin, di ricerca etnografica e attività di formazione in ambito museale.

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