10 febbraio 2005
Atleti monitorati dai ricercatori della facoltà di Medicina
"Himalaya 2005", università di Udine sponsor scientifico della spedizione
Al via il sodalizio tra Nives Meroi e Ateneo friulano
L’università di Udine sarà al fianco, come sponsor scientifico, della spedizione alpinistica “Himalaya 2005” e di Nives Meroi. L’atleta, insieme a Romano Benet e Luca Vuerich, partirà per il Nepal il prossimo 3 aprile. E se l’obiettivo, da parte degli scalatori, è la conquista di altri due Ottomila, il Dhaulagiri (8.167 m) e l’Annapurna (8.047 m), da parte dei fisiologi dell’ateneo friulano, che monitoreranno gli atleti prima, dopo e nel corso della spedizione, l’impresa sarà quella di capire i meccanismi che stanno alla base della neocitolisi. Ossia, del naturale fenomeno di distruzione dei globuli rossi più giovani a vantaggio di quelli più vecchi che si verifica nel corpo umano nel suo passaggio dall’alta alla bassa quota, dopo la proliferazione dei globuli rossi stessi che si attua con la salita. «Il fenomeno selettivo apparentemente insensato della neocitolisi – spiega Pietro Enrico di Prampero, affermato ricercatore dell’ateneo di Udine - avviene in tutte le persone acclimatate all’alta quota allorché rientrano a bassa quota, negli astronauti allorché si espongono all’assenza di peso, ma anche nei malati renali cronici».
La comprensione dei meccanismi alla base della neocitolisi sarà utile proprio nel caso dei malati di nefropatie croniche. Per alpinisti e astronauti il fenomeno naturale, infatti, non crea alcun tipo di scompenso. I test e gli accertamenti sugli atleti saranno condotti al dipartimento di Scienze e tecnologie biomediche dell’università d Udine da di Prampero, Guglielmo Antonutto, Carlo Capelli, Angela Risso e dal personale docente e ricercatore della sezione di Fisiologia del dipartimento stesso. «Considerando la rarità delle occasioni che rendono disponibili soggetti che abbiano partecipato a spedizioni alpinistiche estreme – dice Antonutto – è nostro intento svolgere uno studio dettagliato sull’occorrenza e sull’entità della neocitolisi sugli alpinisti che saliranno due cime himalaiane di altezza superiore agli 8 mila metri, e che andranno incontro, pertanto, a tutti i naturali adattamenti all’alta quota». I ricercatori dell’università di Udine, inoltre, svolgeranno test per misurare numerosi parametri di valutazione atletica.
La competenza dell’ateneo nel campo della fisiologia dell’esercizio e degli ambienti estremi, infatti, è riconosciuta a livello internazionale, grazie in particolare all’attività del centro di eccellenza Mati (Microgravità, aging, training and immobilità) dell’ateneo, finalizzato allo studio della plasticità muscolare in condizioni di stress nell’uomo, dalla microgravità all’invecchiamento, dall’allenamento all’immobilità. Diretto da Pietro Enrico di Prampero, il Mati, tra i 23 Centri di eccellenza riconosciuti e cofinanziati dal Miur, svolge, attraverso 15 gruppi di ricerca, ricerche finalizzate, ad esempio, a prevenire e contrastare gli effetti dell’invecchiamento e dell’allettamento, a valutare geneticamente se campioni si nasce o si diventa, a identificare le aree cerebrali responsabili rispettivamente dell’ideazione del movimento e dell’attivazione della contrazione muscolare, a individuare i meccanismi per contrastare l’osteoporosi, a costruire, in collaborazione con i più avanzati centri di ingegneria meccanica, macchine per il controllo del respiro e strumenti per operare valutazioni funzionali su astronauti e cosmonauti.
Il sodalizio tra l’università di Udine e Nives Meroi, che si stima del valore complessivo di 25 mila euro, è avviato con la partecipazione dell’ateneo alla spedizione “Himalaya 2005” in qualità di sponsor scientifico, e proseguirà nei prossimi mesi con diverse iniziative rivolte soprattutto agli studenti e incentrate sul valore dello sport, sulla comunicazione delle straordinarie esperienze dell’alpinista, sul significato della conquista di record e successo e della determinazione e delle difficoltà per il raggiungimento degli stessi.
La comprensione dei meccanismi alla base della neocitolisi sarà utile proprio nel caso dei malati di nefropatie croniche. Per alpinisti e astronauti il fenomeno naturale, infatti, non crea alcun tipo di scompenso. I test e gli accertamenti sugli atleti saranno condotti al dipartimento di Scienze e tecnologie biomediche dell’università d Udine da di Prampero, Guglielmo Antonutto, Carlo Capelli, Angela Risso e dal personale docente e ricercatore della sezione di Fisiologia del dipartimento stesso. «Considerando la rarità delle occasioni che rendono disponibili soggetti che abbiano partecipato a spedizioni alpinistiche estreme – dice Antonutto – è nostro intento svolgere uno studio dettagliato sull’occorrenza e sull’entità della neocitolisi sugli alpinisti che saliranno due cime himalaiane di altezza superiore agli 8 mila metri, e che andranno incontro, pertanto, a tutti i naturali adattamenti all’alta quota». I ricercatori dell’università di Udine, inoltre, svolgeranno test per misurare numerosi parametri di valutazione atletica.
La competenza dell’ateneo nel campo della fisiologia dell’esercizio e degli ambienti estremi, infatti, è riconosciuta a livello internazionale, grazie in particolare all’attività del centro di eccellenza Mati (Microgravità, aging, training and immobilità) dell’ateneo, finalizzato allo studio della plasticità muscolare in condizioni di stress nell’uomo, dalla microgravità all’invecchiamento, dall’allenamento all’immobilità. Diretto da Pietro Enrico di Prampero, il Mati, tra i 23 Centri di eccellenza riconosciuti e cofinanziati dal Miur, svolge, attraverso 15 gruppi di ricerca, ricerche finalizzate, ad esempio, a prevenire e contrastare gli effetti dell’invecchiamento e dell’allettamento, a valutare geneticamente se campioni si nasce o si diventa, a identificare le aree cerebrali responsabili rispettivamente dell’ideazione del movimento e dell’attivazione della contrazione muscolare, a individuare i meccanismi per contrastare l’osteoporosi, a costruire, in collaborazione con i più avanzati centri di ingegneria meccanica, macchine per il controllo del respiro e strumenti per operare valutazioni funzionali su astronauti e cosmonauti.
Il sodalizio tra l’università di Udine e Nives Meroi, che si stima del valore complessivo di 25 mila euro, è avviato con la partecipazione dell’ateneo alla spedizione “Himalaya 2005” in qualità di sponsor scientifico, e proseguirà nei prossimi mesi con diverse iniziative rivolte soprattutto agli studenti e incentrate sul valore dello sport, sulla comunicazione delle straordinarie esperienze dell’alpinista, sul significato della conquista di record e successo e della determinazione e delle difficoltà per il raggiungimento degli stessi.