Circa 250 persone all’inaugurazione nella sede della Ziu

Innovazione, nasce il Parco scientifico e tecnologico di Udine

Honsell:«Dovrà esprimere la vocazione del territorio»

Il Parco scientifico e tecnologico di Udine «vuole essere uno snodo, un “hub” dove si incontrano i ricercatori con il desiderio di intraprendere e gli imprenditori con il bisogno di innovare: da questo contesto emergerà la vocazione del Friuli. Perché ogni parco scientifico e tecnologico deve reinventare se stesso e da questo far emergere ciò di cui è espressione». Furio Honsell, presidente di Friuli innovazione, ha inaugurato il nuovo Parco scientifico e tecnologico di Udine intitolato a Luigi Danieli, sottolineando l’importanza della «valenza corale» che caratterizzerà il distretto della conoscenza friulano. Perché quello di Udine aspira ad essere «un parco modello all’interno di una regione modello. E per essere competitivi a livello globale, è necessario che tutti i territori trovino la propria vocazione. Il parco avrà successo, quindi, se tutta la comunità lo sentirà suo, valorizzandolo attraverso la partecipazione. C’è ancora molto da fare – ha detto Honsell -, ma stiamo partendo con il piede giusto e per questo sono molto fiducioso».

                Dopo la benedizione impartita dall’arcivescovo di Udine, monsignor Pietro Brollo, e il taglio del nastro, in una sede stracolta di circa 250 persone fra autorità, imprenditori e universitari, al microfono si sono alternati i vertici di Friuli innovazione, spiegando perché è nato e cosa vuole diventare il Parco di Udine. La sua sfida? L’ha sintetizzata il direttore Annachiara Danieli: «E’ una casa piena di idee, ora dobbiamo riempirla di cose concrete. Oltre all’innovazione, termine spesso abusato, dobbiamo promuovere la cultura dell’innovazione. Per innovare serve una mentalità innovativa, quindi cercheremo di essere innovativi anche nel modo di fare le cose. Evitando lo sbaglio che fece mio padre, a cui è dedicato questo parco, di dimenticare di innovare se stessi».

                Pieno sostegno a Friuli innovazione da parte della Regione che ha finanziato l’avvio del parco di Udine con la legge sull’innovazione. «Oggi - ha detto il presidente Riccardo Illy - viviamo nella fase di passaggio dall'era industriale a quella della conoscenza, e questo significa che la quota più significativa del valore aggiunto di un territorio viene e verrà sempre più realizzata producendo e applicando nuove conoscenze. Sostenere attività volte a realizzare economie della conoscenza sul territorio, quindi, non valorizza un’area rispetto ad un’altra ma è una necessità per l’intera regione per mantenere e accrescere il livello di competitività – ha aggiunto Illy, lanciando un messaggio chiaro alle passate polemiche sui rapporti fra Udine e Trieste. «L’accordo fra Area e Friuli innovazione – ha concluso il presidente della Regione – consentirà di mettere in rete le strutture di ricerca della regione. Area ha la possibilità di aprire un comprensorio nel Parco di Udine, portando qui conoscenza e risorse, instaurando un processo per la circolazione della conoscenza. Con questo Parco, infine, Udine riuscirà a realizzare pienamente la sua vocazione di città dell’innovazione».

                Molto applaudito l’intervento del giornalista economico Antonio Calabrò, che si è soffermato sulla contraddizione italiana tra l’attitudine e il bisogno di innovazione e le risposte organizzate del sistema. «Alla molta voglia di innovazione – ha sottolineato il direttore dell’agenzia di stampa ApCom, già direttore editoriale del Sole 24 ore - corrisponde l’incapacità di tradurla in un percorso organizzato». Il rischio del declino, di conseguenza, è reale. E se la ricerca pubblica non sta attraversando una buona fase, anche le imprese hanno difficoltà di crescita, in quanto esiste una miriade di piccole imprese. «Delocalizzare è necessario ma non basta – ha evidenziato Calabrò – perché è necessario anche tenere conto dei mercati. L’Est, dunque, rappresenta una scelta strategica dal punto di vista dello sviluppo».

                LA GRANDE ATTESA DEL PARCO: TUTTE LE AUTORITA’ PRESENTI. Un momento di grande attesa, quello dell’avvio del Parco scientifico e tecnologico di Udine, come ha dimostrato anche il nutrito numero di autorità presenti. Hanno concluso la cerimonia di apertura tutti i soci di Friuli innovazione: Giovanni Fantoni, presidente dell’Assindustria di Udine, Massimo Mazzariol, direttore dell’Unindustria di Pordenone, Giovanni Da Pozzo per la Camera di commercio di Udine, Sergio Cecotti, sindaco di Udine, Marzio Strassoldo, presidente della Provincia di Udine, Pierantonio Varutti, direttore dell’Agemont, Silvano Antonini Canterin, presidente della Fondazione Crup e Sabino Sinesi per il Centro ricerche Fiat. Erano presenti anche numerose autorità: l’assessore regionale alle Attività produttive, Enrico Bertossi, il vicesindaco di Udine Enzo Martines, il presidente di Friulia Franco Asquini, il presidente della Zona industriale udinese Renzo Marinig, il presidente della Fiera di Udine Gabriella Zontone, il direttore regionale della Coldiretti Oliviero Della Picca, il presidente dell’Erdisu di Udine Alessandro Tesolat, il direttore dell’Api di Udine Paolo Perini, direttore della Confartigianato di Udine Bruno Pivetta, per la Provincia di Pordenone Nicola Zille, oltre a numerosi imprenditori e professori universitari.

                IL PARCO E LA SUA “GENESI”. Come ogni grosso progetto che si rispetti, anche il Parco di Udine ha potuto contare su una “squadra” che “ci ha creduto” fin dall’inizio. Honsell ha ricordato le persone che hanno reso possibile la nascita del Parco di Udine: prima di tutto Marzio Strassoldo, già rettore e oggi presidente della Provincia di Udine che, insieme al professor Alberto De Toni diede vita al consorzio Friuli innovazione, poi il sindaco di Udine Sergio Cecotti che fondò l’associazione Udine Alta Tecnologia che cominciò ad elaborare il progetto di parco, e infine l’attuale presidente della Regione Riccardo Illy che, come ha ricordato Honsell, «ha voluto superare con lucidità certe logiche di aggregazione delle risorse per la ricerca e per l’imprenditorialità e ha saputo dare l’impulso giusto per trasformare il Friuli-Venezia Giulia nella regione dell’innovazione».

IL PARCO E LE SUE ATTIVITA’. Udine diventa così la sede di un nuovo Parco scientifico e tecnologico, che va a sommarsi ai 30 già esistenti sul territorio italiano e ai 400 nati in tutto il mondo. In particolare, il Parco di Udine, oltre alle caratteristiche generali di tutti i parchi scientifici e tecnologici italiani, porrà particolare attenzione allo sviluppo di alcune specificità. Svolgerà attività di incubazione d’impresa attraverso spin off della ricerca, start up di aziende knowledge intensive, progetti di creazione d’impresa. Realizzerà laboratori di diverse tipologie: laboratori di ricerca, laboratori “misti” università-impresa, laboratori R&D di aziende, centri di certificazione e servizio, centri di competenza. Ospiterà sportelli e comprensori dell’Università di Udine, della Camera di Commercio di Udine dell’Assindustria di Udine, dell’Agenzia per la promozione della ricerca europea (Apre), per i rapporti internazionali con altri parchi scientifici e dell’Area Science Park.Le attività del Parco di Udine saranno orientare verso alcuni dei principali settori strategici per il sistema economico friulano e di eccellenza dell’università e dei centri di ricerca del territorio: ambiente (certificazioni ambientali, trattamento reflui, fitodepurazione), agroalimentare, metallurgia, legno, meccanotronica, automazione macchine, Information and Communication Technology, logistica, ottimizzazione del consumo energetico e recupero nel ciclo produttivo di scarti. I primi ad entrare nel Parco di Udine saranno: Techno-seed (progetto di creazione di impresa), Infofactory (spin off), Laboratorio di olfattometria dinamica (laboratorio “misto” università-impresa)

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