21 maggio 2004
Lunedì 24 maggio al Palazzo del Monte di Pietà di Gradisca
Sugli schermi del Dams gli orchi del terzo millennio
Protagonisti Hannibal the cannibal e gli adolescenti killer di Van Sant
I mostri del terzo millennio sono tra noi. Anzi, i mostri siamo noi. Mostri dell'ordinario, ognuno con i propri difetti in bella evidenza, ognuno alieno e fuori contesto, sempre e comunque. Come ogni mostro che si rispetti. E' questa la raggelante constatazione a cui arriva il penultimo capitolo della rassegna dedicata agli eredi di Frankenstein dagli anni '30 ad oggi, organizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Gradisca d'Isonzo in collaborazione con il corso di laurea in Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo dell'Università di Udine a Gorizia. Sugli schermi del Palazzo del Monte di Pietà di Gradisca, i lucertoloni giapponesi e agli ipertrofici aracnidi della fantascienza americana, che hanno giganteggiato nelle precedenti tappe di questo inquietante viaggio nella mostruosità di celluloide, lunedì 24 maggio alle 20.30 (proiezione a ingresso libero) cedono il passo agli orchi della normalità. Come lo psichiatra cannibale Hannibal Lecktor e il serial killer Dollarhyde di "Manhunter" di Michael Mann, o gli adolescenti killer di "Elephant" di Gus Van Sant, ispirato ai fatti realmente accaduti alla Columbine High school.
Come spiegano i curatori della rassegna Marco Cumin, Mauro Glavina, Silvia Moras, Stefano Paoluzzi e Carlo Castellan «oggi non si è più spaventati dai giganti cinematografici digitali del "Godzilla" di Emmerich, ma si è inquietati dal John Doe, l’uomo apparentemente comune, di "Seven". Sono questi i mostri del 2000, totalmente all’opposto delle Chimere o dei Cerberi della tradizione classica». "Manhunter-Frammenti di un omicidio", la pellicola di Michael Mann (Usa, 1986) che sarà proiettata a Gradisca lunedì sera, oltre ad essere il primo capitolo di una trilogia, divenuta famosa per "Il silenzio degli innocenti" e "Hannibal", è forse il film che fonde meglio di qualunque altro il poliziesco e il thriller psicologico (aiutato anche dalla fotografia fiammeggiante del nostro Dante Spinotti). Un capolavoro, che in maniera maggiormente efficace dei suoi più fortunati (al botteghino) seguiti, ci porta a vedere il pericolo rappresentato dall’uomo normale, frustrato dalla solitudine e dalle immancabili sconfitte della vita quotidiana: un mostro che, come il serial killer Dollarhyde, nascosto dietro la sua maschera di apparente innocuità, non si rivela e che, per questo, è assolutamente più temibile di tutto ciò che è identificabile e classificabile. Ma, se mostruosi sono i cattivi (oltre a Dollarhyde, lo straordinario Hannibal the cannibal, ingaggiato come "consulente" dal detective per entrare nella mente malata del killer), non meno alieno è l'eroe della situazione, l'agente Will Graham, che il regista Mann ci fa apparire come una sorta di grottesco sciroccato, solo apparentemente sicuro di quello che fa, ma decisamente atipico, fuori dagli schemi, come fosse sempre sul punto di rasentare la follia.
"Elephant" di Gus Van Sant (Usa 2003), il secondo film che sarà proiettato lunedì sera a Gradisca, conclude la riflessione in maniera assolutamente spiazzante, presentando questa "anormale" normalità come il vero mostro che si manifesta nelle figure indecifrabili e confuse degli adolescenti di oggi. La macchina da presa racconta una giornata d’ordinaria amministrazione in un normale liceo americano. Finchè due ragazzi come tanti altri scatenano l’inferno facendo fuoco su chiunque capiti loro a tiro e dando inizio a un'incredibile e sconvolgente tragedia. Il film di Van Sant evidentemente basato sugli eventi della Columbine High School che già Michael Moore aveva riportato alla memoria tramite il documentario Bowling a Columbine, non prende posizioni, né offre facili morali, ma si incarica di mostrarci spietatamente e lucidamente come l’apatia e l’alienazione siano i veri “orchi” del XXI secolo.
A chiudere la rassegna, lunedì 31 maggio alle 20.30, sarà la proiezione de "L’esperimento del dottor K" (Usa 1958) di Kurt Neumann, che sarà introdotto da Roy Menarini, critico cinematografico e docente di storia e critica del cinema al Dams di Gorizia.