Il fiore all’occhiello della rassegna che si inaugura oggi

Lignano Film Show, presentato il cartellone internazionale

Dal Festival di Venezia quattro primizie fra Italia, Iran e Usa
Saranno proiettate al Cinecity dal 19 al 22 settembre

Iran, America e Italia sono i paesi dai quali Lignano Film Show 2004 ha tratto i titoli del suo cartellone internazionale, che saranno svelati oggi, in occasione del debutto della rassegna alle 21 al Cinecity di Lignano Sabbiadoro: vere “primizie”, selezionate fra le pellicole appena proiettate al Festival di Venezia, che faranno della città balneare friulana un appuntamento imperdibile per tutti i cinephile. E proprio la sezione  internazionale sarà il fiore all’occhiello di Lignano Film Show, una carrellata di celluloide pensata come parte integrante del master universitario di II livello in Progettazione, economia e gestione di eventi dello spettacolo promosso dal corso di laurea in Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo dell’Università di Udine a Gorizia e organizzato con la collaborazione del Comune di Lignano e con il solido appoggio della Biennale di Venezia.

Se la prima parte del programma è incentrata su quattro film (a ingresso libero) tratti dalla retrospettiva veneziana “Storia segreta del cinema italiano – Italian Kings of the B’s” curata da Marco Giusti e Luca Rea, interamente incentrata sul filone delle produzioni di genere italiane degli anni Sessanta e Settanta (oggi 15 settembre sarà proiettato "Quel maledetto treno blindato" (1977) di Enzo G. Castellari, domani, 16 settembre "La vendetta di Ercole" (1960) di Vittorio Cottafavi, mentre il 17 sarà la volta di "Col cuore in gola" (1967) di Tinto Brass, , e il 18 di "Non si sevizia un paperino" (1972) di Lucio Fulci), il cartellone internazionale, al via dal 19 al 22 settembre (sempre al Cinecity di Lignano e sempre alle 21, al costo di 3 euro), proporrà le “chicche” del panorama cinematografico internazionale, scelte per l’occasione da un gruppo di esperti interno al Consiglio del Master in diretta sintonia con la Biennale di Venezia: pellicole italiane, come “Te lo leggo negli occhi” di Valia Santella e lo struggente “Le chiavi di casa” di Gianni Amelio, iraniane come “Piccoli ladri” di Marziyeh Meshkini e americane come Misterious skin di Gregg Araki.

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Il neorealismo cinematografico italiano, ed in particolare il cinema di Vittorio De Sica del primo dopoguerra, è il retroterra culturale al quale Sag-haye velgard (Piccoli ladri, 2004) della regista iraniana Marziyeh Meshkini (che aprirà la sezione internazionale il 19 settembre) fa continuo riferimento. Sciuscià (1946) e Ladri di biciclette (1948) sono infatti costantemente evocati – il primo allusivamente nei modi e nei termini in cui la vicenda prende corpo, il secondo puntualmente perché inteso come referente cinematografico diretto – da questo notevole esempio di cinema al femminile, proveniente da una delle nazioni mediorientali che, assai lucidamente e con i favori tanto della critica quanto del pubblico internazionali, ha saputo reinventare il proprio modo di fare immagini per il grande schermo. Dopo questo omaggio al nostro cinema da parte di una fra le più interessanti cineaste iraniane, troviamo ancora una donna dietro la macchina  da presa. Si tratta di Valia Santella, qui alla sua prima prova nel lungometraggio dopo un’intensa attività in qualità di sceneggiatrice e di aiutoregista per importanti nomi del cinema italiano – Antonio Capuano, Carlo Cecchi, Pappi Corsicato, Daniele Luchetti, Mario Martone, Gabriele Salvatores, Silvio Soldini, Nanni Moretti. E proprio quest’ultimo, insieme ad Angelo Barbagallo, è stato a produrre per la Sacher Film Te lo leggo negli occhi, (che sarà proiettato il 20 settembre), film nel quale la Santella racconta la storia di tre personaggi femminili di differente carattere e temperamento, appartenenti a tre generazioni diverse e legati fra loro da legami parentali che, fra Roma e Napoli, rischiano costantemente di sfilacciarsi e di recidersi irreparabilmente. Cosa, questa, che invece non avviene fra padre e figlio nella straordinaria avventura sentimentale e morale narrata da Gianni Amelio. Le chiavi di casa, in programma per il 21 settembre alle 21, è infatti riuscito nella non facile impresa di affrontare il discorso scabroso e difficile interessante il mondo dei disabili, trattando ogni suo aspetto in maniera “politicamente” sana, giusta e partecipe, priva di pietismi sia laici che religiosi. Film, questo di Amelio, che può essere posto direttamente accanto ad un’altra importante pellicola girata nel 1996 da Michael Winterbottom, Go Now, anch’essa solido esempio di un modo di fare cinema totalmente alieno da sensi di colpa morali e da prese di posizione edificanti. Infine, tratto dal romanzo tendenzialmente autobiografico di Scott Heim, pubblicato in America nel 1995 e divenuto ben presto un caso letterario, Mysterious Skyn del regista californiano Gregg Araki è il titolo che chiude la sezione internazionale del Lignano Film Show 2004 il 22 settembre. Il film, che tratta temi quali la pedofilia e l’omosessualità articolandoli da un punto di vista assolutamente non eteronormativo e che consegna la propria narrazione al personaggio principale della vicenda non preoccupandosi affatto di dare così adito ad una visione di simili argomenti lucidamente eterodossa, è un’anteprima nazionale e verrà pertanto proiettato in versione originale sottotitolata in italiano.       

            Intanto, domani, 16 settembre, andrà in scena La vendetta di Ercole (1960) di Vittorio Cottafavi, perfetto esempio di cinema di genere storico-mitologico, dove il carattere fantastico della vicenda fa il paio con l’inverosimiglianza dei luoghi, delle azioni e dei personaggi creati dalla mano sapiente del regista-sceneggiatore, ma dove è anche possibile leggere in controluce un messaggio ideologico in straordinaria sintonia con la temperie politica e sociale di allora.

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