15 marzo 2004
Sotto la lente il progetto della Provincia
Musei, l'ateno studia il "caso Gorizia"
La rete museale sarebbe un unicum in regione
I musei isontini diventano un "caso" di studio per l'Ateneo friulano. Sotto la lente dei ricercatori del Dipartimento di Scienze economiche dell'Università di Udine, il progetto della Provincia per la realizzazione di una rete museale provinciale. Un sistema che, unico nel suo genere in regione, «potrebbe costituire - dicono gli estensori dell'indagine - un interessante esempio di come sviluppare adeguate politiche di valorizzazione dei beni culturali in Friuli Venezia Giulia».
Figlio della filosofia dell'Ateneo, che da sempre lega l'attività accademica dell'Università di Udine alla valorizzazione del patrimonio del territorio che la ospita, lo studio dedicato a “Gestire la conoscenza di una rete museale. I musei della/nella Provincia di Gorizia”, è frutto della ricerca curata dal professor Andrea Moretti e realizzata dai dottorandi di ricerca Donata Collodi e Francesco Crisci, all'interno del più ampio filone di indagini nell’ambito del management culturale condotte dal Dipartimento. L’ampio dibattito relativo ai sistemi ed alle reti museali si è sviluppato in ambito accademico e professionale a partire dalla seconda metà degli anni Novanta e, fin da subito, non ha mancato di interessare anche diversi interlocutori locali come la Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia, i comuni della provincia di Gorizia nonché la stessa amministrazione provinciale, posti di fronte all’esigenza di conservare e valorizzare un’offerta culturale estremamente ricca dal punto di vista quali-quantitativo, ma che costituisce al momento un potenziale solo parzialmente espresso o non del tutto fruibile.
Da queste premesse è nata la collaborazione tra il Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Udine e la Provincia di Gorizia, iniziata nel 2002 con una ricerca sulle problematiche di gestione dei Musei Provinciali di Gorizia e estesa, per tutto il 2003, al “Progetto per la realizzazione del Sistema museale provinciale”. Nello studio recentemente pubblicato sono state ripercorse le tappe che hanno portato alla realizzazione di una parte del progetto per la creazione di questo network museale. I vantaggi di una rete di musei, secondo i ricercatori, sono indubbi: dalla possibilità di ampliare il numero di progetti culturali maggiormente qualificati all'accesso a maggiori finanziamenti, dal miglioramento dell'immagine al potenziamento dell'efficienza e dell'efficacia in termini di risorse impiegate.
Il sistema provinciale permetterà anche ai musei goriziani di ampliare e migliorare i servizi (dalla custodia all’attività didattica, dal marketing alla promozione, dalla gestione degli spazi museali alla loro manutenzione) e di realizzare tutte le attività di interfaccia con i visitatori, la comunità scientifica nazionale e internazionale e le istituzioni proprietarie, ma anche con potenziali finanziatori pubblici e privati.
Numerose sono le organizzazioni e le realtà incontrate nelle varie fasi del progetto: i Musei Provinciali, con le loro prestigiose collezioni permanenti, e gli spazi del Castello, gestiti dal Comune; il Museo della Sinagoga; la Fondazione Coronini; Redipuglia con il Museo della III Armata e il Sacrario; le attività culturali di Monfalcone (la Galleria d’Arte Contemporanea, il Museo della Rocca); le strutture più piccole come il Museo del Contadino o il Museo Ford Gratton di Farra d’Isonzo, il Museo della Città di Gradisca; per arrivare agli interessanti scavi di San Canzian d’Isonzo. Inoltre sono stati presi in considerazione anche importanti progetti attualmente in corso d’opera come quelli per l’apertura del Museo dell’Arcidiocesi a Gorizia o del Museo del Territorio di Cormons, senza tralasciare l’esperienza di un’importante rete già operativa come quella del Consorzio Culturale Monfalconese o le attività culturali di Grado. L'indagine è disponibile contattando direttamente i responsabili e visionando il sito locale del Dipartimento di Scienze Economiche dell’Università di Udine: web.uniud.it/dse/).