Come vincere le grandi sfide economiche della nuova Europa "allargata"? Una domanda che pesa come una spada di Damocle sugli imprenditori del Nordest e in particolare su quelli della provincia di Gorizia, chiamati ad un confronto non più rinviabile con le opportunità di apertura offerte dai nuovi mercati dell'Est. A dare una prima risposta, basata su presupposti scientifici, sarà la conferenza "Reti imprenditoriali Est/Nord Est: mentalità parallele e filosofie di vita”, organizzata per giovedì 27 maggio alle 18 a Gorizia nella sala dei Musei Provinciali in Borgo Castello dal corso di laurea in Relazioni Pubbliche dell'Ateneo di Udine per comprendere in profondità il fenomeno delle reti d’impresa del Nordest, focalizzando l’attenzione sui fattori che ne determinano il successo soprattutto in un contesto come quello attuale di un’Europa allargata e aperta a nuovi e vecchi stimoli. Relatrice d'eccezione, la dottoressa Sieglinde Amelia Walter, docente di Training della competenza interculturale all'Università delle Scienze applicate di Brema, che, presentando per la prima volta i risultati di un'interessante ricerca empirica sui distretti industriali, alla folta platea di dirigenti, imprenditori, politici, amministratori, studenti e professionisti delle relazioni pubbliche detterà la "ricetta" vincente a Nordest, secondo il modello sperimentato con successo nel vicino Veneto.
Gli ingredienti? Lo sviluppo delle reti di imprese e il traino di una cultura regionale forte, visto come elemento caratterizzante dell’agire economico. Partendo dall'analisi della particolare struttura imprenditoriale del Nordest, caratterizzata da agglomerati di piccole e medie imprese, Walter cita l'esempio delle aziende del distretto di Montebelluna, che, delocalizzando in Romania e in altri Paesi dell'Est, non solo sono riuscite a schivare i rischi tipici delle reti di impresa - il lock-in (la chiusura con il venir meno dello scambio con il mondo esterno) e la dispersione - ma hanno anche evitato che i rapporti tra gli attori economici coinvolti (imprenditori, associazioni di categoria e attori politici) subissero un cambiamento di qualità. Il segreto, di cui gli imprenditori friulani potrebbero far tesoro, secondo Walter è uno solo. «Un motivo fondamentale di questa particolarità è da ricercarsi nella specifica cultura (regionale) che orienta, se pure a livello inconscio, il comportamento dell'attore economico. Dovendo ridurre i costi per rimanere competitivi, gli imprenditori di Montebelluna non hanno semplicemente cercato partner d'affari ma, come spiegano essi stessi, in particolare persone con una "mentalità parallela", ovvero con la stessa "filosofia di vita", e ne hanno trovate parecchie in Romania e in altri paesi dell'Est. In questo modo la cultura è diventata un criterio di selezione per l'assunzione nella rete delle imprese. Con l'aiuto della cultura la realtà economica è riuscita a prevenire la volontà politica».
Gli industriali friulani prendano nota, anche perché, sottolinea Renata Kodilja, presidente della commissione tirocini del corso di laurea in Relazioni Pubbliche dell'Università di Udine a Gorizia, «le nuove sfide economiche dell'Europa del dopo il 1° maggio 2004 sembrano richiedere nuova conoscenza dei mercati dell'Europa allargata ma anche e soprattutto competenze interculturali e relazionali. L'influenza della cultura di riferimento sul modo di pensare e di agire degli individui rappresenta un fattore di notevole rilevanza; in tal senso, gli imprenditori non costituiscono certo un'eccezione alla regola. Ne consegue che la competenza interculturale rappresenta una leva per accedere ad una posizione di leadership nel proprio settore». In questa prospettiva, l'approfondimento voluto dal corso di laurea isontino dell'Ateneo di Udine costituisce una preziosa occasione di riflessione per il mondo economico isontino, ma non solo. «La conferenza tenuta da Sieglinde Walter - spiega Kodilja - viene a cadere nel momento esatto in cui gli imprenditori del Nordest, ed in particolare della provincia isontina, devono rispondere alle opportunità di apertura, sotto forma di joint-venture o delocalizzazioni, con i mercati dell'est Europa. Credo inoltre che questo evento culturale proposto alla comunità economica, ma non solo, dal corso di laurea in Relazioni Pubbliche possa fornire precocemente delle risposte anche ai progetti di Euroregione che, a diversi livelli provinciali e regionali, nascono oggi in Friuli Venezia Giulia».