Lunedì 23 febbraio alle 10 nella Sala Rossa del cinema Corso

Un giornale per evadere dal carcere

L'esperienza de "L'eco di Gorizia" raccontata agli studenti
Ospiti dell'Ateneo don Bellavite e il direttore della casa circondariale

            Un giornale per evadere dal carcere. "L'eco di Gorizia" è nato dietro le sbarre. Eppure, ha portato la voce dei detenuti in mezzo alla gente. Le loro poesie, i loro sogni, i loro problemi, non più chiusi in una gabbia, sono arrivati nelle case di tutti. La straordinaria esperienza di questa "evasione di carta" sarà raccontata lunedì 23 febbraio alle 10, nella Sala rossa del Cinema Corso da alcuni dei protagonisti che l'hanno resa possibile, come un esempio di etica applicata alla comunicazione da consegnare agli studenti del corso di laurea in Relazioni Pubbliche dell'Ateneo di Udine, perché ne facciano tesoro per la loro futura professione. E' questo, infatti l'obiettivo del ciclo di incontri "Etica della comunicazione e comunicazione dell'etica" organizzato, nell'ambito del progetto Campus One, dal corso di laurea goriziano dell'Ateneo di Udine: offrire ai "comunicatori" di domani non solo gli strumenti del "saper fare", ma soprattutto quelli del "saper essere".
            In cattedra, questa volta, salirà don Andrea Bellavite, sacerdote e giornalista, direttore della “Voce Isontina”, il settimanale dell’Arcidiocesi di Gorizia che, dal settembre del 2003 ospita al suo interno "L'Eco di Gorizia", un giornale inventato, scritto e prodotto da una decina di detenuti del carcere locale. Assieme a lui, sarà presente anche il direttore  della casa circondariale goriziana, Giovanni Attinà, che ha sostenuto il progetto con grande entusiasmo fin dall'inizio. Partito da un'idea di due assistenti volontarie, "L'Eco" ha trovato da subito il sostegno di don Alberto De Nadai, della comunità Arcobaleno. Ma, se è arrivato in edicola, lo deve alla disponibilità di don Bellavite. «Quando don Alberto mi ha chiesto se volevo collaborare all'organizzazione del giornale, ho proposto di inserire "L'eco" all'interno della "Voce isontina". Questa scelta ha permesso alla voce del carcere di non essere limitata tra le pareti del carcere, ma di evadere».
            Oggi, giunto al suo quarto numero (al momento in stampa), il trimestrale dei detenuti goriziani conta quasi cinquemila copie, 3mila 500 distribuite in edicola con il settimanale della diocesi, più altre 1500 inviate in tutte le carceri italiane e alle autorità. Ha dato davvero «voce a chi non ha voce», come voleva don Bellavite. Anzi, di più. Ha aperto nuove finestre sul mondo. Tanto che oggi, grazie al sostegno della Provincia di Gorizia, già si sta pensando ad avviare un corso di giornalismo tra le pareti del carcere, con sette lezioni tenute da alcuni redattori delle testate locali Agli studenti dell'Università di Udine don Bellavite consegnerà una riflessione importante: «Purtroppo oggi i mass media sono al servizio degli interessi dei più forti. Una logica che vorremmo capovolgere, per far diventare i media lo strumento principe per comunicare la voce di chi non ha voce. Nel caso dei detenuti, si tratta di una minoranza, ma, in contesti più ampi, il 95 per cento dell'umanità non si trova rappresentato sui media».
            All'intervento di don Bellavite (il terzo della serie, dopo la conferenza di Massimo Codato, ideatore di Abo Project, e quella del direttore comunicazione del Cesvi Giangi Milesi) seguiranno altri due incontri. A riportare l'attenzione sulla deontologia professionale e l'etica personale degli addetti alle relazioni pubbliche sarà martedì 2 marzo alle 10, al Cinema Corso, Giampaolo Azzoni, docente nel corso di laurea in “Comunicazione Interculturale e Multimediale” nella facoltà di Giurisprudenza, nonché membro del consiglio direttivo del “Centro di filosofia sociale” dell'Università di Pavia e del Comitato scientifico della “Scuola di Etica” dell’Almo Collegio Borromeo. Gran finale lunedì 8 marzo alle 10, nella Sala Rossa del cinema Corso, con  un ospite d'eccezione: Giulio Giustiniani, direttore dell’informazione del network “La7”, una tv che offre programmi di intrattenimento e informazione innovativi e che ha modificato il comportamento di consumo televisivo di un significativo segmento di teleutenti. Giustiniani parlerà di  «Comunicazione televisiva e consenso sociale».

Condividi

Stampa