12 febbraio 2007
“Seromox” parteciperà a InnovAction e presto diventerà un’azienda
Al via il progetto per produrre vaccini anti linfoma con le foglie di tabacco
Cofinanziato dalla Fondazione Crup
Produrre vaccini ad hoc per pazienti affetti da linfoma non-Hodgkin, un tumore spesso incurabile del sistema linfatico, utilizzando le foglie di una particolare pianta di tabacco. È l’obiettivo del progetto Seromox, a cui sta lavorando un gruppo interdisciplinare di ricercatori del dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’Università di Udine, della clinica Ematologica dell’Azienda ospedaliero universitaria del capoluogo friulano, del Centro internazionale di ingegneria genetica e biotecnologia (Icgeb) di Trieste e dell’azienda biotech Transactiva srl. Vincitore nel 2005 della business plan competition Start Cup Udine, Seromox è cofinanziato anche dalla Fondazione Crup. Queste risorse serviranno a completare la prima fase del progetto, dedicata alla messa a punto del sistema di produzione di questi vaccini capaci di colpire selettivamente le cellule tumorali presenti nell’organismo preservando quelle sane. Le seconda fase sarà dedicata alla sperimentazione clinica.
Entro breve tempo il progetto diventerà una vera e propria impresa come spin off accademico dell’Università di Udine tramite l’azienda Transactiva srl che sta completando l’insediamento nel Parco scientifico e tecnologico di Udine. L’ateneo friulano sta anche provvedendo alla copertura brevettuale degli elementi chiave che compongono la tecnologia di produzione del vaccino. Dal 15 al 18 febbraio Seromox sarà presente a InnovAction, la fiera dell’innovazione promossa da Regione Friuli Venezia Giulia, Udine e Gorizia Fiere, Università di Udine, con il sostegno di Fondazione Crup e Camera di commercio di Udine, nello stand di Transactiva, nel padiglione 7 della Fiera di Udine.
«Il sostegno della Fondazione Crup è stato molto importante – sottolinea il responsabile del programma di produzione dei vaccini, professor Stefano Marchetti, docente di Genetica agraria – perché ha reso possibile l’attivazione di un progetto che si pone l’obiettivo di accelerare processi terapeutici specifici per dare una risposta clinica a una malattia la cui incidenza ha subito nell’ultimo decennio un netto incremento, passando da passando da 6 a 14 nuovi/anno per 100mila abitanti. Il dato è ancora più rilevante nella popolazione con età superiore ai 60 anni, dove la prevalenza passa da 50 a oltre 100 casi di linfomi per 100mila abitanti». I protocolli utilizzati attualmente nella cura dei linfomi implicano radioterapia e chemioterapia, metodi solo in parte efficaci e con numerosi effetti collaterali nei pazienti. Attraverso le biotecnologie vegetali, come quelle utilizzate da Seromox, invece, è possibile realizzare un sistema industriale di produzione di vaccini paziente-specifici applicabile clinicamente nella terapia del linfoma non-Hodgkin.
Entro breve tempo il progetto diventerà una vera e propria impresa come spin off accademico dell’Università di Udine tramite l’azienda Transactiva srl che sta completando l’insediamento nel Parco scientifico e tecnologico di Udine. L’ateneo friulano sta anche provvedendo alla copertura brevettuale degli elementi chiave che compongono la tecnologia di produzione del vaccino. Dal 15 al 18 febbraio Seromox sarà presente a InnovAction, la fiera dell’innovazione promossa da Regione Friuli Venezia Giulia, Udine e Gorizia Fiere, Università di Udine, con il sostegno di Fondazione Crup e Camera di commercio di Udine, nello stand di Transactiva, nel padiglione 7 della Fiera di Udine.
«Il sostegno della Fondazione Crup è stato molto importante – sottolinea il responsabile del programma di produzione dei vaccini, professor Stefano Marchetti, docente di Genetica agraria – perché ha reso possibile l’attivazione di un progetto che si pone l’obiettivo di accelerare processi terapeutici specifici per dare una risposta clinica a una malattia la cui incidenza ha subito nell’ultimo decennio un netto incremento, passando da passando da 6 a 14 nuovi/anno per 100mila abitanti. Il dato è ancora più rilevante nella popolazione con età superiore ai 60 anni, dove la prevalenza passa da 50 a oltre 100 casi di linfomi per 100mila abitanti». I protocolli utilizzati attualmente nella cura dei linfomi implicano radioterapia e chemioterapia, metodi solo in parte efficaci e con numerosi effetti collaterali nei pazienti. Attraverso le biotecnologie vegetali, come quelle utilizzate da Seromox, invece, è possibile realizzare un sistema industriale di produzione di vaccini paziente-specifici applicabile clinicamente nella terapia del linfoma non-Hodgkin.