I ricercatori dell’Università di Udine e dell’Istituto di Genomica Applicata del Parco scientifico del capoluogo friulano hanno completato, per il quarto anno, le vinificazioni di una quarantina di selezioni di vite resistenti alle malattie. Il progetto, iniziato nel 1998 con l’obiettivo di ridurre l’uso dei pesticidi, si concluderà a breve con l’inserimento di queste nuove varietà nel registro nazionale delle varietà ammesse alla coltivazione. In quattro anni i ricercatori di Udine, in collaborazione con i laboratori dell’ “Unione italiana vini di Verona”, hanno vinificato quasi 500 selezioni, il 65 per cento a bacca bianca e il 35 per cento a bacca rossa. Le selezioni sono state scelte tra i circa 16 mila incroci mantenuti presso l’Azienda agraria sperimentale “Antonio Servadei” dell’ateneo. Alcune, risultate promettenti, sono state vinificate per più anni.
Prima di procedere a vinificazioni su larga scala si terrà un ultimo assaggio dei vini prodotti mercoledì 9 marzo, alle 10, presso il Centro sperimentale ‘Casa 40’ dei Vivai Cooperativi di Rauscedo (Pordenone). Parteciperanno rappresentanti di produttori, tecnici, enologi, ricercatori e del mondo della comunicazione.
I Vivai Cooperativi di Rauscedo hanno iniziato a moltiplicare, su piccola scala e per impianti pilota, queste nuove varietà. «C’è grande aspettativa per queste varietà di vite, non solo in Italia, ma anche in molti Paesi di recente tradizione vitivinicola», spiegano i ricercatori dell’ateneo friulano che hanno avviato il progetto Enrico Peterlunger, Raffaele Testolin, Michele Morgante e Guido Cipriani.
Negli incroci effettuati, generalmente, uno dei genitori è una varietà commerciale, l’altro è una linea genetica resistente alle malattie, in particolare la peronospora. Gli incroci sono stati eseguiti in maniera tradizionale portando il polline di uno dei due genitori sui fiori dell’altro genitore, preventivamente demasculato. La selezione ha invece utilizzato i moderni metodi di selezione assistita da marcatori (MAS) e l’analisi dei profili aromatici dei mosti per rendere più spedito ed efficiente il lavoro.
Il progetto di vite resistente alle malattie, finanziato dall’inizio al 2010 dalla Regione, è stato inoltre sostenuto da banche di credito cooperativo e fondazioni bancarie regionali (Crup, Crt e Carigo), Vivai cooperativi di Rauscedo, produttori (Le Vigne di Zamò, Livio Felluga, Marco Felluga, Venica&Venica) e Consorzio Collio.
«Ora il progetto – annunciano Testolin, Peterlunger, Morgante e Cipriani – passa nelle mani di una generazione di giovani ricercatori». Attualmente il team è guidato da Gabriele Di Gaspero affiancato da Simone Diego Castellarin, Luigi Falginella, Courtney Coleman, Barbara Bucchetti, Dario Copetti e altri collaboratori che, con tesi di laurea e di dottorato e assegni post-dottorato, hanno affiancato i ricercatori. «Si tratta – sottolinea Testolin – di ricercatori cresciuti all’ateneo friulano, ma già noti e affermati a livello mondiale per una serie di pubblicazioni di elevato profilo scientifico sui geni di resistenza alle malattie della vite e sui metodi di selezione moderni».