Nell'ambito del progetto di ricerca internazionale Ipgi
Peschicoltura: rivoluzione in arrivo grazie alla mappatura del Dna del pesco
Sequenziamento dei ricercatori dell’Ateneo di Udine presso l’IGA
Nuove straordinarie opportunità per il settore agricolo
La rivoluzione genomica nella frutticoltura continua e, ancora una volta, con un decisivo contributo italiano e in particolare friulano. Grazie al lavoro svolto da ricercatori europei e statunitensi, è stata infatti ottenuta la prima versione della sequenza genomica del pesco. In particolare, le sequenze – circa 3 milioni - sono state ottenute dai ricercatori dell’università di Udine presso i laboratori dell’Istituto di Genomica Applicata (IGA) del Parco scientifico e tecnologico Danieli di Udine in collaborazione con i ricercatori del Joint Genome Institute (JGI) di Walnut Creek in California. Le sequenze sono ora depositate presso il National Centre for Biotechnology Information (Ncbi) di Bethesda (Usa) e disponibili per i ricercatori di tutto il mondo attraverso i portali Web dell’IGA e del JGI. Una volta portata a termine la mappatura del genoma, sarà possibile migliorare le rese in peschicoltura, la resistenza alle malattie e la produttività delle piante e il miglioramento organolettico dei frutti, offrendo nuove, grandi opportunità al settore.
La pubblicazione ieri, primo aprile, della sequenza del genoma del pesco è stata resa nota dal Centro di Ricerca per la Frutticoltura di Roma del Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura (CRA), che coordina per l’Italia l’iniziativa di ricerca internazionale “International Peach Genome Iniziative” (IPGI), cui partecipano ricercatori italiani, statunitensi, spagnoli e cileni.
«L’eccellenza mondiale della biotecnologia vegetale dell’università di Udine – afferma con soddisfazione il rettore Cristiana Compagno - è oggi ulteriormente confermata. Tre anni fa i nostri ricercatori sono stati i protagonisti mondiali nel sequenziamento del Dna della vite. L’odierno ulteriore progresso scientifico nel sequenziamento del pesco potrà portare ancora importanti opportunità di sviluppo nel settore agrario, con grandissimi vantaggi di qualità alimentare ed economici per l’intero sistema».
Tra gli enormi vantaggi che si otterranno una volta completata la mappatura del genoma del pesco, anche «la possibilità – sottolinea Michele Morgante, ordinario di genetica del dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’università di Udine e direttore scientifico dell’Iga – di selezionare le varietà più adatte per ogni microclima e tipologia di territorio, ottenendo varietà di pesche per le quali, al momento, gli agricoltori italiani pagano sostanziosi diritti a Paesi esteri».
Inoltre, nuovi orizzonti si aprono anche per le specie affini al pesco. L’attività italiana, infatti, è indirizzata anche alla valutazione della biodiversità all’interno della specie, attività di fondamentale importanza per la caratterizzazione, la valutazione e la successiva utilizzazione della variabilità presente nel vasto patrimonio frutticolo del nostro Paese. «La sequenza estremamente accurata e completa del pesco – spiega Morgante – potrà fare da riferimento per la ricostruzione di tutta una serie di altri genomi delle Rosaceae. Ciò potrà aiutarci da un lato a comprendere i meccanismi di evoluzione e di diversificazione che hanno agito entro la famiglia, dall’altro a caratterizzare e valorizzare il patrimonio di risorse genetiche esistente in essa». E «proprio per accelerare la ricerca nel settore attraverso il contributo di tutta la comunità scientifica mondiale – conclude Morgante – abbiamo deciso in questo caso di rendere pubblicamente disponibile la sequenza e le relative annotazioni prima della produzione della pubblicazione scientifica relativa».
La partecipazione dell’Italia all’IPGI è stata resa possibile grazie al progetto di ricerca “Sequenziamento del genoma del pesco e utilizzo della sequenza in programmi di miglioramento della qualità del frutto del pesco e della resistenza alle malattie” (Drupomics), finanziato dal ministero per le Politiche agricole, alimentari e forestali. Al progetto, coordinato dal CRA, collaborano altre 12 istituzioni di ricerca: Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell’università di Udine e Istituto di Genomica Applicata di Udine; Cra – Centro di Genomica Animale e Vegetale; Parco Tecnologico Padano di Lodi; Dipartimento di Coltivazioni arboree dell’università di Bologna; Dipartimento di Produzioni vegetali dell’università di Milano; Cnr, Istituto Tecnologie Biomediche di Milano; Dipartimento di Agronomia ambientale e Produzioni vegetali e Dipartimento di Biologia dell’università di Padova; Cnr, Istituto Biologia e Biotecnologie agrarie di Roma; Scuola Superiore di Studi universitari e perfezionamento S. Anna di Pisa; Metapontum Agrobios Spa di Metaponto; Dipartimento Scientifico e tecnologico dell’università di Verona.