Convegno mercoledì 4 novembre a Palazzo Florio

Il lessico friulano dalle origini al dizionario storico

Rassegna di contribuiti per ricostruire il friulano delle origini

Presentare un quadro dei lavori di lessicografia friulana, soprattutto storica, indicando una prospettiva per il progresso degli studi in questo settore. È l’obiettivo del convegno “Il lessico friulano. Dai documenti antichi al Dizionario storico” che si terrà mercoledì 4 novembre alle 16 nella sala Florio di Palazzo Florio, in via Palladio 8 a Udine. L’incontro è organizzato dal dipartimento di Lingue e letterature germaniche e romanze dell’Università di Udine.
 
Nella prima parte dei lavori sono previsti gli interventi di Maria Cristina Cescutti, “La lessicografia friulana tra Sette e Ottocento”; Silvia Del Magno, “Primi studi di filologia friulana. Dai Testi inediti di Joppi ai registri gemonesi di Marchetti”e Giovanni Frau, “I dizionari friulani”. Nella seconda sessione si terranno le relazioni di Serena rovere, “Lo studio degli antichi volgari di area italiana”; Luisa villotta, “La ricognizione delle fonti. Dall’archivista allo storico”, e Federico Vicario, “Il progetto Dizionario Storico Friulano”. I lavori saranno introdotti da Carla Marcato.
 
«Azioni prioritarie per alimentare questi studi – spiega il coordinatore scientifico del convegno, Federico Vicario – sono lo svolgimento di accurate ricognizioni negli archivi della regione al fine di censire le scritture antiche in volgare, pubblicare materiali d’interesse e organizzare un repertorio del friulano delle origini». Il progetto “Dizionario storico friulano”, aggiunge Vicario, «si propone di portare un contributo proprio in questa direzione».
 
I documenti tardomedievali di uso pratico sono, infatti, anche per il Friuli, le fonti dirette di maggiore interesse per lo studio del volgare delle origini. «L’esame di questi documenti – afferma Vicario –, piuttosto cospicui soprattutto nella seconda metà del XIV e nella prima metà del XV secolo, consente di studiare le forme e le strutture del volgare, con i fenomeni che anticipano i tipi e i costrutti ora propri del friulano moderno e, al contempo, di valutare i caratteri più generali della scripta dell’epoca, che presenta una frequente alternanza e interferenza di codici linguistici diversi, dal latino al friulano fino al tosco-veneto».

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