Mercoledì 29 la convocazione chiesta dal Consiglio degli studenti

Ateneo di Udine: Senato Accademico straordinario sulla manovra Tremonti

È la terza Assemblea straordinaria convocata a palazzo Florio
Nella stessa sede si tenne la prima azione in Italia di sensibilizzazione

Sarà il terzo Senato accademico straordinario convocato dall’ateneo di Udine in tre mesi quello che si terrà mercoledì 29 a palazzo Florio. La richiesta di convocazione arriva, questa volta, dal Consiglio degli studenti «al fine di esaminare i gravi effetti conseguenti all’entrata in vigore della Legge 133/2008 e deliberare una presa di posizione istituzionale». Ancora una volta, dunque, al centro della discussione gli effetti dirompenti che la manovra finanziaria pubblica avrà sui bilanci delle Università, e in particolare su quelle giovani e sottofinanziate come quella di Udine.
 
Sulla scia delle indicazioni maturate in seno alla Conferenza dei Rettori delle Università italiane (Crui), a livello nazionale la prima azione di sensibilizzazione dell’opinione pubblica in merito alla sopravvivenza del sistema universitario, messo a rischio, allora, dal decreto legge n. 112 (ora convertito in Legge 133), si svolse proprio all’ateneo di Udine, lo scorso 7 luglio. In quella occasione scesero in campo uniti i rettori delle due Università statali del Friuli Venezia Giulia, Cristiana Compagno (Udine) e Francesco Peroni (Trieste), e il direttore della Scuola internazionale superiore di studi avanzati di Trieste, Stefano Fantoni.
 
Seguì, il 9 luglio, la mozione unanime del Senato Accademico di Udine, che approvò la ferma protesta contro il decreto legge 112 sulle misure relative all’Università nell’ambito della manovra finanziaria pubblica. La mozione chiedeva anche la convocazione straordinaria di un Senato accademico con la partecipazione, era il 14 luglio, dei Parlamentari regionali. Si voleva, infatti, «rendere consapevoli i rappresentanti delle massime istituzioni che», nelle condizioni prospettate dalla misure adottate in materia finanziaria dal Governo, «l’Università del Friuli, a 30 anni dalla sua nascita per volontà della gente friulana» non avrebbe più potuto «svolgere il proprio ruolo istituzionale di alta formazione e ricerca, venendo meno anche alla nobile funzione prevista nel proprio Statuto istitutivo, di servizio e sviluppo del territorio».
 
Un secondo Senato accademico straordinario di Udine fu convocato il 22 luglio per ascoltare, in quella assemblea, il governatore della regione Renzo Tondo sul progetto di istituzione della Fondazione “Università del Friuli Venezia Giulia”. La mozione udinese evidenziava, infatti, «per il sistema universitario nazionale, una possibile e frettolosa privatizzazione attraverso la trasformazione degli atenei in Fondazioni universitarie di diritto privato».

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