I contributi saranno destinati alla mobilità internazionale
L'Ateneo di Udine istituisce il "Fondo friulani nel mondo"
L’iniziativa nata grazie alla donazione
della delegazione del Fogolâr furlan di Ginevra
A seguito del generoso gesto da parte della delegazione di friulani emigrati in Svizzera e appartenenti al Fogolâr furlan di Ginevra, l’università di Udine ha deciso di istituire tra le voci del proprio bilancio il “Fondo friulani nel mondo”. La delegazione friulana oggi, giovedì 7 agosto, ha voluto incontrare il rettore dell’ateneo di Udine, Cristiana Compagno, per consegnare nelle sue mani un contributo «che intende essere – ha precisato Mario Menossi, socio fondatore del Fogolâr furlan di Ginevra – il primo passo per una mobilitazione di tutti i friulani e di tutti i Fogolârs sparsi nel mondo a sostegno della propria università, che oggi sta vivendo un periodo tanto difficile dovuto ai tagli ai finanziamenti necessari al funzionamento e al mantenimento dei livelli e capacità raggiunti».
In questa occasione, il rettore Compagno, ringraziando la delegazione per la testimonianza della solidità del legame e dello spirito di comunione tra il Friuli e i friulani che vivono all’estero, ha annunciato l’intenzione di istituire un capitolo di bilancio d’Ateneo dove raccogliere le donazioni che vorranno giungere all’università del Friuli. I fondi saranno destinati alla mobilità internazionale sia degli studenti, sia dei ricercatori. «In questo modo – ha detto Compagno –, i nostri giovani, spostandosi nei Paesi in cui sono presenti le comunità friulane e venendo a contatto con i friulani emigrati e i loro figli, potranno condividere e diffondere i valori dell’identità, della conoscenza, dell’intelligenza e dell’innovazione».
La donazione dei friulani di Ginevra «rappresenta – hanno affermato Giuseppe Chiararia, presidente del Fogolâr furlan di Ginevra, e Gino Dassi – un primo passo per intraprendere scambi tra i Fogolârs e l’ateneo di Udine». E se il Fogolâr di Ginevra «sottoscrisse nel lontano 1965 – ha ricordato Dassi – una petizione per l’università del Friuli», ora, a trent’anni dalla sua istituzione, «in un momento così difficile per l’università italiana e per quella di Udine in particolare – ha sottolineato Menossi -, ognuno di noi deve prendere coscienza della serietà del problema e fare qualcosa in favore di un’istituzione di cui tutti, ormai, ne riconoscono l’importanza, la qualità e le capacità».