Sabato 19 gennaio la cerimonia a San Giorgio del Sannio (BN)

Al saggista Mario Ianniello il Premio Internazionale Marzani

Tra i vincitori, insieme al collaboratore dell’Università di Udine, anche il parroco di Gerusalemme e il portavoce Onu Laura Boldrini

Mario Ianniello, saggista, consulente ONG e attivo collaboratore del Laboratorio di ricerca economica e manageriale (Larem) dell’Università di Udine a Gorizia, è tra i vincitori della prima edizione del “Premio internazionale giornalistico e letterario Marzani, per la conoscenza e la valorizzazione delle diversità culturali del mediterraneo, per la pace, la legalità, il dialogo e la solidarietà tra i popoli”, organizzato dall’Associazione Campania Europa Mediterraneo con il  patrocinio e il sostegno, tra gli altri, della Rappresentanza in Italia della  Commissione Europea. La cerimonia di premiazione si terrà sabato 19 gennaio alle 17 nell’auditorium comunale “Al cilindro nero” di San Giorgio Del Sannio (BN). Insieme a Mario Ianniello saranno premiati anche lo scrittore e saggista Padre Ibrahim Faltas, frate francescano fino a qualche tempo fa custode della Chiesa della Natività di Betlemme e oggi parroco della città di Gerusalemme; la portavoce dell’Alto Commissariato Onu per i rifugiati Laura Boldrini; il giurista, docente universitario e presidente dell’Associazione Etica Pubblica Lorenzo Zoppoli; il giornalista Vittorio Longhi; la dirigente scolastica Gabriella Cirocco.

Personalità poliedrica e studioso della comunicazione impegnato in attività di ricerca e di formazione a livello europeo, Ianniello ha pubblicato in lingua inglese “Public Relations for peace: a sustainable approach to grassroots peacebuilding in post-conflict Bosnia-Herzegovina”, che ha verificato l’applicabilità degli schemi concettuali delle Relazioni Pubbliche all’attività di peace building, basata sulla  ricerca sul campo dell’autore in Bosnia-Erzegovina. La stessa pubblicazione è stata recentemente oggetto di recensione da parte della  prestigiosa rivista americana “Public Relations Review”. «È vitale – sostiene Ianniello - far comprendere a tutte le componenti sociali che l’attività di peacebuilding non deve aver inizio alla fine di una guerra, ma è il  miglior modo per prevenirne una nuova. Le relazioni pubbliche non sono soltanto un modo per aiutare e rafforzare le attività a favore della pace, ma anche per far sì che i risultati di questo lavoro vengano mantenuti a lungo termine».

 

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